Secondo le ultime indiscrezioni l’Antitrust ha sanzionato la Tim, nota agenzia di telefonia per un totale di 2,1 milioni di euro, ha inoltre avviato una istruttoria su Wind Tre, per aver comunicato ai clienti tramite sms un aumento del piano tariffario.
Secondo l’Antitrust la modalità con cui è stata comunicata la variazione del piano tariffario non è lecita.
Negli ultimi mesi gli operatori hanno cercato in vari modi, a volte anche giudicati illeciti, per aumentare i propri cari nel momento più nero della crisi di settore. Questo procedimento nei confronti della Tim è stato aperto nel 2022 quando la società di telefonia ha comunicato via web e SMS un aumento, fino a 2 euro, del costo mensile dell’offerta mobile prepagata con contestuale offerta di Giga aggiuntivi, senza che gli utenti abbiano espresso alcun consenso al riguardo.
Per l’Antitrust questo è stato definito: “Un meccanismo poco trasparente di acquisizione del ‘silenzio assenso’ dell’utente”.
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Continua a scrivere l’Antitrust nel provvedimento: “La manovra è dunque finalizzata a fornire un servizio aggiuntivo a pagamento tramite l’utilizzo di un meccanismo poco trasparente di acquisizione del ‘silenzio assenso’ dell’utente, piuttosto che a seguito di una sua esplicita libera manifestazione di volontà. Viceversa, poiché la Società gestisce l’offerta originaria e i Giga aggiuntivi come due componenti distinte e separabili, la componente aggiuntiva dovrebbe essere proposta all’utente come una nuova offerta, ed erogata solo ove questi, qualora interessato, la accetti espressamente e preventivamente. L’automatismo generato dall’opt-out consente, inoltre, alla Società di avvantaggiarsi della mera distrazione o errore di quei clienti che, ad esempio, non abbiano letto il messaggio informativo o abbiano digitato male il testo previsto per rifiutare la variazione”.
L’aumento di giga a pagamento rappresenta dunque: “un servizio aggiuntivo opzionale con un suo costo specifico. Telecom obbliga i clienti a manifestare espressamente, nelle modalità e nei termini indicati, anziché il proprio consenso all’attivazione, il proprio eventuale rifiuto ad essa, in assenza del quale Telecom procede automaticamente al relativo addebito. Il consumatore che non intende utilizzare il nuovo servizio è quindi costretto, per evitare l’addebito, ad attivarsi per mantenere invariato il contratto in essere” conclude il provvedimento.