Milena Gabanelli ha rivelato nel suo Dataroom che fine hanno fatto i soldi promessi per gli alluvionati dell'Emilia-Romagna.
L’alluvione che ha colpito la Romagna nel maggio scorso ha causato ingenti danni alle famiglie e alle imprese della regione, richiedendo un impegno significativo da parte del governo italiano per la ricostruzione e il sostegno alle comunità colpite. Tuttavia, a oltre 143 giorni dall’evento catastrofico, ci sono ancora dubbi e preoccupazioni riguardo ai fondi stanziati e ai tempi di erogazione degli aiuti. Milena Gabanelli e Giusi Fasano, su un articolo pubblicato sul Corriere della Sera, affrontano la questione dei finanziamenti promessi dal governo Meloni e la loro effettiva consegna alle famiglie e alle imprese nella Romagna colpita. Nonostante le promesse iniziali, sembra che la situazione sia molto diversa da quanto annunciato.
La verità sui soldi per gli alluvionati
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Secondo Milena Gabanelli, i fondi necessari per la ricostruzione dell’area colpita dall’alluvione sono stimati in circa 8,5 miliardi di euro. Ecco come li hanno suddivisi. 3,8 miliardi per il ripristino del patrimonio pubblico, che include strade, scuole e canali. 2,2 miliardi per i danni alle abitazioni. 1,8 miliardi per i danni alle attività produttive, comprese le aziende agricole. A questa cifra vanno aggiunti 682 milioni di euro già spesi per affrontare l’emergenza e mettere in sicurezza il territorio. Di cui 412 milioni anticipati da Comuni, Province, Regioni e consorzi di bonifica.
Tuttavia, nonostante queste cifre impressionanti, le giornaliste fanno notare che non si è visto quasi nulla in termini di assistenza concreta alle comunità colpite. La situazione è stata complicata dal veto posto dal leader della Lega, Matteo Salvini. In particolare sull’utilizzo della Protezione Civile e sulla nomina a Commissario straordinario del presidente della Regione, Bonaccini del Partito Democratico. Questo ha comportato ritardi nella nomina di un Commissario adeguato per coordinare gli sforzi di soccorso e di ricostruzione.
Solo alla fine di agosto è stato nominato il generale Francesco Figliuolo come Commissario straordinario. Tuttavia, la sua struttura è riuscita a spendere soltanto alcune centinaia di milioni di euro per la cassa integrazione dei lavoratori. E per assistere le aziende che sono state fortemente colpite dall’alluvione. Ma la situazione rimane complessa. Un decreto ha stanziato 150 milioni di euro, distribuiti tra vari ministeri. Tra cui un aiuto di 3.000 euro per famiglia per far fronte alle spese inderogabili. Tuttavia, questi sembrano essere gli unici soldi che sono arrivati finora alle quasi 36.000 famiglie che nelle prime ore dell’alluvione hanno dovuto lasciare tutto e fuggire. Con l’acqua che minacciava di sommergerli.