Reddito di cittadinanza, altro colpo ai cittadini da parte del Governo

Non c’è pace per i percettori del Reddito di Cittadinanza. Con la nuova riforma del Reddito di cittadinanza, infatti, si abbasserà anche la soglia Isee da 9.360 a 7.200 euro, che di fatto taglierà fuori un terzo della platea dal sussidio. Vediamo nel dettaglio cosa devono aspettarsi i cittadini.

Il governo Meloni, nei giorni scorsi, ha confermato il suo intento di mettere la parola fine, nel giro di qualche anno, a questa importante misura di sostegno sociale. Lo strumento fortemente voluto dal MoVimento 5 Stelle, dal 2024 andrà in soffitta lasciando spazio a nuove misure, ma chissà cosa dobbiamo aspettarci da questo governo.

Il decreto sul Reddito di cittadinanza prevede che le famiglie in difficoltà economica considerate occupabili – in cui non ci sono minori, disabili o over 60 – potranno chiedere il nuovo sussidio per 12 mesi, senza possibilità di rinnovo, e per un importo massimo di 350 euro, ovvero il 30% in meno rispetto ai 500 euro previsti come limite per le famiglie dove ci sono componenti meritevoli di maggiore tutela, a cui verrebbero riconosciuti anche 280 euro per l’affitto.

Molte novità, però, riguardano la soglia Isee per chiedere il sussidio, che non si chiamerebbe più Mia ma “Garanzia per l’inclusione”. Accanto a cui sarebbe previsto un nuovo sostegno denominato “Garanzia per l’attivazione lavorativa”. Per quanto riguarda le persone tra 18 e 59 anni considerate occupabili il sussidio sarà riconosciuto se presenteranno un Isee non superiore a 6000 euro. Le persone che non possono lavorare, invece, dovranno presentare un Isee inferiore a 7200 euro e un reddito familiare non superiore a 6000 euro.

In base alle indiscrezioni del Messaggero, però, questa soglia potrebbe cambiare. Se il primo componente vale uno, i minorenni dovrebbero valere solo lo 0,15 nel caso di bambino inferiore a tre anni e lo 0,10% negli altri casi (adesso è pari allo 0,2 mentre nella bozza precedente erano esclusi e veniva prevista un’aggiunta di 50 euro a minore). Dal ministero del Lavoro fanno sapere che il testo non è chiuso e che soprattutto sulla scala di equivalenza c’è ancora una riflessione in corso.

Vi terremo aggiornati sui nuovi sviluppi.

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