Clamorosa retromarcia del governo Meloni sul Reddito di Cittadinanza! Circa 191 mila percettori sulla platea di 404mila calcolata in manovra non sono più considerati “occupabili” (e quindi in grado di lavorare) e quindi non perderanno il beneficio, mentre per l’altra metà arriverà un’indennità sostitutiva. Ecco a chi spetterà ancora il Reddito di Cittadinanza.
Se ben ricordate, inizialmente questi 404mila beneficiari del Reddito di cittadinanza considerati occupabili erano destinati a perdere il sussidio dopo 7 mesi, cioè dal primo agosto prossimo. In realtà circa la metà avrà un’indennità sostitutiva da settembre e dicembre, che si chiamerà Pal. L’altra metà, invece, non perderà neanche un centesimo del Reddito di Cittadinanza, perché il governo ha scoperto che in verità questi percettori non sono “occupabili”.
In sostanza, bisogna evitare che 500 mila percettori “occupabili” escano dalla misura prima ancora di essere stati coinvolti in un’attività di formazione. Il governo Meloni si sta quindi rimangiando una serie di promesse fatte in campagna elettorale, mantenute in legge di bilancio e già riviste pochi mesi fa. Nelle bozze dello ‘Schema di decreto legge in materia di lavoro‘ si cancellano i “sei mesi” di formazione obbligatoria: in pratica ammettono che quello che dicevano a dicembre era un azzardo: ovvero che il sussidio sarebbe stato ridotto a soli 7 mesi. Nemmeno questo è più vero!
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I beneficiari del Reddito “che, al momento della scadenza del periodo massimo di sette mesi di fruizione hanno sottoscritto il patto per il lavoro e sono inseriti in misure di politica attiva del lavoro” – dice l’articolo 12 dell’ultima bozza – riceveranno PAL, che altro non è che la nuova “prestazione di accompagnamento al lavoro” da 350 euro al mese per ciascun richiedente che sostituisce il Rdc fino al 31 dicembre 2023.
Alla faccia di chi li chiamava “fannulloni”, anche gli “occupabili” continueranno a ricevere il sussidio per l’intero anno e finché, col primo gennaio 2024, il Reddito sarà sostituito dalla Gil (la Garanzia per l’inclusione) e da Gal (Garanzia per l’attivazione lavorativa), destinata alle persone in povertà potenzialmente in grado di trovare un lavoro.