Cosa ci fanno Matteo Renzi e la moglie al matrimonio reale in Giordania? Niente, direte voi. E invece eccoli lì, insieme al principe William con Kate Middleton, il presidente Usa Joe Biden con la moglie Jill, i reali di Olanda e Belgio, oltre a Frederik e Mary di Danimarca, Victoria di Svezia e il marito Daniel Westling, la principessa Hisako Takamado del Giappone, oltre a teste coronate, vip e capi di Stato da ogni dove.
E poi loro, Matteo Renzi e la moglie Agnese. Avete capito bene. Il senatore di Italia Viva (neo direttore de Il Riformista) e la consorte erano gli unici ospiti italiani tra i quasi 2000 invitati arrivati in Giordania. Il motivo? Presenziare al matrimonio reale tra l’erede al trono, il principe Hussein bin Abdullah II, 28 anni, e l’architetta saudita Rajwa Alseif, 29 anni, rampolla di un’importante famiglia.
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È stato lo stesso Renzi a darne notizia con una foto pubblicata su Instagram: “In Giordania per il #RoyalWedding. Fuga di qualche ora con Agnese immersi nella bellezza di Petra”, ha scritto postando un’immagine con la moglie scattata davanti alle celebri rovine di Petra.
Alla cerimonia la coppia ha sfoggiato look al 100% Made in Italy, o meglio, “Made in Florence”: per lui un completo white tie di Stefano Ricci, mentre la moglie Agnese indossava un raffinato abito rosa di Ermanno Scervino. Renzi ha conosciuto re Abdullah quando è stato presidente del Consiglio, stringendo buoni rapporti che – è evidente – sono continuati nel tempo a prescindere dalle sue vicessitudini politiche.
Le critiche di Renzi ad Elly Schlein
Tra l’altro nei giorni scorsi lo stesso Renzi aveva criticato il PD ed Elly Schlein. «Schlein funziona per vincere le primarie – attacca Renzi – ma come sempre chi rappresenta la sinistra massimalista entusiasma la curva degli ultras e poi perde tutte le elezioni, anche quelle condominiali. L’alternativa a Meloni o sarà riformista o non sarà. Il modo per attaccare Meloni è chiederle conto delle sue contraddizioni, non gridare al fascismo. Perché non c’è il fascismo alle porte. E sarà bene che se ne facciano una ragione anche i protomartiri tv che hanno raccontato di lasciare la Rai in nome della democrazia e, in realtà, vanno solo a fare cose diverse o pagate meglio». Ha detto il leader di Italia Viva.