Report: le clamorose rivelazioni dell’ex tesoriere di Forza Italia sul testamento di Berlusconi – VIDEO

Forza Italia ha tentato di bloccare la messa in onda di Report per un servizio che riguarda il testamento di Berlusconi.

Mentre si votava per le elezioni suppletive per il collegio di Monza, Forza Italia ha cercato di impedire la messa in onda di un’inchiesta di Luca Bertazzoni all’interno del programma “Report”. Questa inchiesta esplora l’eredità di Silvio Berlusconi, concentrandosi su vari temi, inclusi i problemi finanziari di Forza Italia, i mancati pagamenti dei parlamentari e il ruolo di Marta Fascina. Inoltre, l’inchiesta include un’intervista ad Alfredo Messina, che è il tesoriere del partito di Arcore. Messina rivela dettagli interessanti, compresi i motivi per cui Vittorio Mangano, un boss mafioso di Palermo, è stato coinvolto nella protezione della famiglia di Berlusconi. Questa affermazione contraddice quanto precedentemente negato dai legali di Marcello Dell’Utri e dallo stesso ex senatore.

Il video di Report

Questa rivelazione è in linea con la sentenza di condanna di Dell’Utri a sette anni di carcere per concorso esterno. L’assunzione di Mangano sarebbe stata parte di un accordo tra Cosa Nostra e Silvio Berlusconi, funzionale a garantire una presenza mafiosa all’interno di Villa San Martino.

Secondo quanto riferito su ilfattoquotidiano.it, Forza Italia ha cercato di impedire la trasmissione dell’inchiesta di “Report”, citando la par condicio a causa delle elezioni in corso nella provincia di Monza e Brianza. Tuttavia, il CEO della Rai, Roberto Sergio, ha respinto la richiesta, sottolineando che il numero di elettori coinvolti era troppo esiguo per sollevare questioni di par condicio a livello nazionale. Inoltre, l’inchiesta di Report non trattava né delle elezioni in corso, né dei temi centrali della campagna elettorale per le elezioni suppletive.

Va notato che in passato, persino Dell’Utri aveva giustificato l’assunzione di Mangano affermando che serviva a proteggere Berlusconi e la sua famiglia dai sequestri, in un periodo storico caratterizzato da un elevato tasso di criminalità. Questa versione è stata contraria all’idea che Mangano fosse stato assunto solo per gestire cavalli e cani. Nel complesso, la storia di Vittorio Mangano a Villa San Martino si è rivelata molto più intricata e controversa di quanto si pensasse inizialmente.

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