Report, Ranucci risponde durissimo alle accuse

“La difesa dei diritti non è una maglietta che si indossa di giorno per poi riporla in un cassetto la sera”. Inizia così il lunghissimo post su Facebook con il quale il giornalista di Report, Sigfrido Ranucci, ha voluto rispondere alla Camera penale di Roma che l’aveva querelato per diffamazione.

“Nessuna diffamazione o insinuazione. Solo fatti documentati. – continua il giornalista nel suo post – La puntata di ‘Report’ oggetto di contestazione aveva come unica finalità evidenziare le falle del 41 bis in un contesto di estrema attualità partendo dalla ricostruzione del caso Cospito. Ho chiarito all’inizio della trasmissione che il 41 bis è uno strumento che è al limite della violazione dei diritti umani e che si regge esclusivamente sul presupposto di tutelare la sicurezza della collettività e che per questo va gestito con estrema cautela” ha scritto Ranucci.

Nel post poi spiega che “Il documento pubblicato da ‘Report’ denunciava che i casi di oltre 100 mafiosi al 41 bis fossero gestiti da un solo avvocato: è un fatto e non era assolutamente secretato, ha sottolineato il giornalista. “Che sia un’anomalia è l’idea, non di ‘Report’, ma della commissione parlamentare antimafia che ha approfondito la vicenda proprio per valutare la portata. ‘Report’ ha correttamente riportato la notizia sottolineando il rischio che comporta un’anomalia del genere, coadiuvato anche dal parere di esperti magistrati antimafia, sottolineando la buona fede e professionalità degli avvocati”.

Per Ranucci, inoltre, “l’aver mostrato tale anomalia rappresenta, come detto in trasmissione, una tutela per gli stessi avvocati”. La difesa dei diritti non è una maglietta che si indossa di giorno per poi riporla in un cassetto la sera. Chi accusa ‘Report’ di non avere curaper i diritti dei detenuti e la possibilità di un loro reinserimento nella società,non ricorda le numerose puntate realizzate negli anni, l’ultima appena due anni fa in pieno Covid. Report da sempre si batte per la difesa dei diritti dell’uomo e della libertà di espressione. Ma Report ha anche il culto per la memoria: quello di ricordare il dolore dei familiari delle vittime delle stragi di mafia e del terrorismo e che il 41 bis è un’architrave della lotta alla mafia che Totò Riina voleva far abolire inserendolo nel papello” conclude.

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