Si torna a parlare anche oggi del problema rifiuti di Roma. Ultimo a scagliarsi contro la gestione della Capitale è Carlo Calenda, il leader di Azione: “Il disastro di Roberto Gualtieri è superiore a quello di Virginia Raggi. Dopo aver preso il 20% alle elezioni di Roma ho detto di votarlo, ma ora non lo direi più” ha detto Calenda. Dunque, un giudizio davvero senz’appello.
“I disastri di Gualtieri a Roma sono peggiori di quelli della Raggi”, ha detto Calenda, nel corso della trasmissione Agorà su Rai3, ribadendo un giudizio totalmente negativo dell’amministrazione Pd già dato in precedenza. “Avrei dovuto evitare di dire che avrei votato per lui, di questo mi pento”, ha aggiunto, allungando la lista dei delusi e arrabbiati con il sindaco dem. Appena un paio di giorni fa era stata, per esempio, Sabrina Ferilli a sfogarsi, sottolineando che “non è che cambi niente” e lamentando la sporcizia che attanaglia la centralissima via Cola di Rienzo. “Non vi riprendo i cassonetti perché rischio la vita con morsi di animali vari, mammiferi e non”, aveva aggiunto l’attrice.
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Proprio il tema dei rifiuti sarà martedì 25 al centro di una manifestazione in piazza del Campidoglio promossa da FdI. “Il sindaco Gualtieri ha fallito nella gestione dei rifiuti riuscendo, addirittura, a peggiorare la situazione. Domani ore 18,30 piazza del Campidoglio per dire basta a questa scandalosa gestione”, si legge nella presentazione degli organizzatori. Ma i rifiuti sono solo l’aspetto più evidente di una gestione che si dimostra fallimentare a 360 gradi. Qualche giorno prima, poi, Giordano Bruno Guerri aveva bocciato in toto l’idea del sindaco di creare un villaggio turistico, una sorta di “luna park”, nell’area tra Fori, Colosseo e Aventino, insomma nel cuore archeologico della Capitale. “Che cosa faremmo vedere ai milioni di cinesi, americani, arabi che vengono ai Fori dall’altro capo del mondo per vedere la maestà dell’Antica Roma? Una specie di luna park fatto di chioschetti, di gazebo, di installazioni temporanee. Ma la storia non si cancella. Ogni volta che lo si fa, si sbaglia”, aveva avvertito Giordano Bruno Guerri.
Dacia Maraini, poi, si era soffermata sul tema dei trasporti, raccontando la sua odissea per prendere un treno, tra taxi introvabili, disservizi in metropolitana e vagoni tanto affollati da dover desistere dal salirci. Insomma, pressoché quotidianamente arriva una testimonianza del caos che imperversa nella Capitale, e che con Gualtieri sembra aver raggiunto nuovi, impensabili picchi.
Qualche settimana fa Alessandro Gassman aveva postato una fotografia dei tanto contestati “cestini ad urna”, scrivendo: “Ci vuole ancora quanto per capire che questi cestelli per i rifiuti nel centro di Roma NON sono adatti?”.
Al post era arrivata una risposta ufficiale da parte di Ama, firmata addirittura dal presidente della municipalizzata, Daniele Pace: “Li sostituiremo tutti e ne metteremo di più, acquistandone 10.000 nuovi e più capienti proprio per la parte storica della città. Nel ringraziare Gassmann per la sua sensibilità, tengo a ribadire l’impegno quotidiano dell’attuale AMA per assicurare ovunque i servizi di igiene urbana e confermo l’assoluta comunanza di intenti da parte nostra nel cercare di fare sempre meglio, pur nelle complesse problematiche che abbiamo ereditato dal passato”.
I cestini ad urna, ricordiamo, erano stati introdotti da Virginia Raggi. Per il Giubileo straordinario del 2016 la prefettura aveva chiesto di modificare il design dei cassonetti getta-carte per questioni di sicurezza: dovevano essere trasparenti, per fare in modo che il contenuto fosse sempre visibile. Dopo una sperimentazione fallita (i cestini erano semplici cerchi di metallo con attaccata una busta di plastica trasparente), l’amministrazione Raggi creò il cosiddetto modello ad ‘anfora’ o ad ‘urna cineraria’, per i più malevoli.