Non si ferma la “crociata” di Carlo Nordio sulla giustizia. Lo scrive oggi Repubblica, che svela alcuni retroscena con la partecipazione di Azione e Italia viva. Un Nordio che, all’insegna del presunto garantismo, parte di nuovo all’attacco delle intercettazioni. Sue nemiche da sempre. Dall’epoca in cui era pubblico ministero, quando pure le ha utilizzate in abbondanza nell’inchiesta sul Mose. Ma oggi l’attacco agli ascolti è uno strumento utile per garantirsi consenso e appoggio dentro la maggioranza, dove ci sono partiti da sempre “nemici” dei giudici e pronti a togliere loro gli strumenti più necessari per le indagini. A partire proprio dalle intercettazioni. Forza Italia e Lega, nella maggioranza, e Azione pronta a sostenere il governo sulla giustizia, sono da sempre partiti “falchi” anti ascolti, puntando soprattutto sull’azzeramento della microspia Trojan.
Sulla riforma incombe il Csm, che si prepara a far sentire la sua voce. L’idea è aprire una pratica nella Sesta Commissione, presieduta dal togato di Area Marcello Basilico, quella deputata a esprimersi su leggi e decreti. Ma ecco Nordio dire di prima mattina: “Interverremo per tutelare la dignità e la libertà delle persone che parlano e devono parlare fra di loro in riservatezza, perché la riservatezza è l’altro lato della libertà. Naturalmente senza compromettere le indagini per i grandi crimini della delinquenza organizzata”.
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“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Una frase chiara. Vuol dire che – dopo l’intervento già contenuto nel disegno di legge che vieta di trascrivere le citazioni dei cosiddetti “terzi”, citati casualmente in una conversazione e che vieta ai giornalisti di pubblicare le stesse intercettazioni se non sono già contenute in un atto di indagine oppure si trovano già in dibattimento – scatta la mannaia sulle intercettazioni stesse. Nordio esclude interventi sui reati più gravi, quelli di mafia e terrorismo, ma è pronto a mettere il “bavaglio” su tutti gli altri. Sicuramente sul pacchetto dei reati contro la pubblica amministrazione, proprio quelli più pericolosi per chi fa politica. Un colpo di spugna sulla loro intercettabilità sarebbe il più grande regalo ai politici già sotto inchiesta perché di fatto vieterebbe la possibilità di usare le intercettazioni già fatte.
La manovra anti intercettazioni di Nordio – proprio come l’abolizione del reato di abuso d’ufficio – avviene mentre partono gli appalti del Pnrr, e suona come una via libera a qualsiasi trattativa spregiudicata. Da un lato si eliminano i controlli “concomitanti” della Corte dei conti sulla celerità della spesa, dall’altro si cancella l’abuso d’ufficio, e infine si bloccano le intercettazioni. Un via libera totale alla illegalità. Corrotti e mafiosi si staranno fregando le mani.
E tutto questo avviene coprendosi con l’articolo 15 della Costituzione che recita: “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”. Un articolo che certo non si può leggere come una via libera a qualsiasi forma di illegalità via telefono.
Cosa succederà con il disegno Nordio sulla giustizia
Ma non è escluso che il disegno di Nordio non possa essere anticipato già nella discussione parlamentare del suo mini disegno di legge in otto articoli. Perché proprio Enrico Costa ha propositi assai bellicosi in fatto di emendamenti. Il testo arriva alla Camera, come ha deciso palazzo Chigi, forse per “proteggerlo” dalle mani della presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno che – pur nemica del Trojan – difficilmente potrebbe consentire di eliminare le intercettazioni.
Costa annuncia un pacchetto molto ampio di emendamenti. Ecco il divieto di pubblicare perfino l’ordinanza di custodia cautelare, resa possibile dopo la legge Orlando sulle intercettazioni. E ovviamente stop al Trojan che dopo la legge Bonafede può essere utilizzato anche per i reati di corruzione. E Costa lo definisce “un mezzo invasivo”. E ancora: l’interrogatorio di garanzia per tutti i reati, tranne quelli gravi e gravissimi, anche in questo caso parliamo di mafia e terrorismo. Nessun corrotto o corruttore si potrà arrestare se “prima” non sarà interrogato dal pm. In nome del garantismo.
Costa chiede che il giudice “collegiale” – tre giudici e non soltanto uno per dare il via libera a un arresto – parta subito, e non tra due anni come ha deciso per adesso Nordio, visto che non ha magistrati sufficienti per far partire una simile riforma. Costa insiste “deve partire subito”. E avrà con sé tutta la maggioranza. Un modo per evitare l’arresto e ripiegare sui domiciliari.
Durissimo il capitolo degli emendamenti sulle intercettazioni: “Basta con il gip prono alle richieste del pm” dice Costa, ripetendo proprio il mantra che è stato per anni di Berlusconi, e preannuncia integrazioni al ddl Nordio sulle cosiddette intercettazioni a strascico, per reati diversi da quelli per cui sono state autorizzate, ma senza una nuova richiesta di via libera dal gip.
Ovviamente anche da Costa mano durissima sui giornalisti, con la perentoria richiesta di modificare l’articolo 684 del codice penale che prevede le pene per le violazioni e oggi recita così: “Chiunque pubblica, in tutto o in parte, anche per riassunto o a guisa d’informazione, atti o documenti di un procedimento penale, di cui sia vietata per legge la pubblicazione, è punito con l’arresto fino a trenta giorni o con l’ammenda da euro 51 a euro 258“. “Pene risibili” chiosa Costa. E qui, con milioni di euro per editori già in crisi, muore definitivamente la libertà di stampa.
Dulcis in fundo Costa chiederà di tornare alla ‘legge Orlando’ sulla prescrizione cancellando del tutto Bonafede e Cartabia. Stop al dibattimento per 18 mesi in Appello e 18 in Cassazione per chi è stato condannato (per gli assolti va avanti). Un “regalo” invece per gli avvocati che, cancellando anche in questo caso una norma dell’ex Guardasigilli Marta Cartabia, non dovranno chiedere una nuova delega per presentare appello se il pm ha vinto il processo. Mentre al pm è Nordio a vietare l’appello. A proposito di parità tra accusa e difesa…