Il generale Roberto Vannacci, attualmente eurodeputato della Lega, è indagato per falso ideologico in atto pubblico. L’accusa riguarda presunti rimborsi illeciti per eventi mai avvenuti durante il suo incarico come addetto militare in Russia tra febbraio 2021 e maggio 2022. Gli stessi fatti sono oggetto di un’inchiesta parallela della procura militare, con accuse di truffa e peculato, ovvero appropriazione indebita di denaro pubblico.
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Le indagini sono partite dopo un’ispezione del ministero della Difesa. Secondo il rapporto, Vannacci avrebbe percepito illecitamente indennità di servizio per i familiari, sostenuto spese non autorizzate per l’auto di servizio e ottenuto rimborsi per cene ed eventi inesistenti. Il codice di procedura penale prevede che un procedimento ordinario e uno militare possano restare separati se il reato militare è considerato più grave, come in questo caso.
Vannacci è salito alla ribalta nell’estate del 2023 con il suo libro “Il mondo al contrario”, autopubblicato, che ha suscitato polemiche per i suoi contenuti giudicati omofobi, razzisti, sessisti e offensivi. Il suo avvocato, Giorgio Carta, ha dichiarato al Fatto Quotidiano che le posizioni del generale sulle indagini sono già state chiarite e che le presunte irregolarità riportate dalla stampa non sussistono. Intanto, il ministero della Difesa sta conducendo un’altra inchiesta formale sulla pubblicazione del libro, che è stato uno dei dieci più venduti dell’anno scorso.
IL SUO AVVOCATO:
Nel frattempo, l’avvocato Giorgio Carta, rappresentante di Vannaci, dichiara: “Non ci è giunta alcuna comunicazione ufficiale riguardo alla conclusione dell’indagine amministrativa militare. Tuttavia, possiamo sostenere che le denunce che erano emerse sui media si sono rivelate senza fondamento e che la questione è stata prontamente risolta con il ministero durante le discussioni amministrative”. Prosegue aggiungendo: “Abbiamo presentato tutte le spiegazioni necessarie e, avvalendoci di documentazione adeguata, abbiamo evidenziato come le presunte irregolarità menzionate nei media non fossero tali. Per quanto riguarda il resto, non abbiamo ricevuto alcun avviso formale né dalla procura militare né da quella civile; di conseguenza, non siamo a conoscenza di eventuali accuse che potrebbero ancora essere in piedi”.
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