Luca Sommi ha attaccato duramente il governo sul salario minimo, ricordando come si calpesti la dignità dei lavoratori pagandoli 5 euro l'ora
Luca Sommi ha attaccato duramente il governo sul salario minimo, ricordando come si calpesti la dignità dei lavoratori pagandoli 5 euro l’ora. Sentite Sommi. “La Costituzione parla chiaro. Lo Stato deve garantire ad ogni lavoratore un salario in base alla quantità e qualità del suo lavoro. E in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli. Ma un governo che si rifiuta di approvare una legge sul salario minimo è un governo che si pone in posizione anticostituzionale. Ci sono contratti collettivi da quattro euro lordi l’ora, cinque euro, sei euro lordi all’ora. Dov’è la dignità di un cittadino che guadagna cinque euro l’ora?” si chiede Sommi nel suo video.
L'esempio della Spagna
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Intanto in Spagna i forti aumenti del salario minimo non hanno frenato la crescita dell’occupazione. E ora si studia la riduzione degli orari. “È scesa la precarietà e sono aumentati i salari, quindi sia nel turismo sia in molti altri settori si sta verificando quel circolo virtuoso che permette di generare prosperità economica e contributo al Pil insieme all’ampliamento dei diritti dei lavoratori e miglior formazione”, ha detto Jordi Hereu, ministro spagnolo del Turismo, commentando una serie di dati positivi per il comparto, tornato ai livelli pre Covid con 80 milioni di turisti e “oltre 132.000” posti di lavoro in più a dicembre rispetto allo stesso mese dell’anno prima (+5,4%), con quasi 2,6 milioni di lavoratori, record assoluto nella serie storica del settore.
Un risultato che il governo lega anche all’introduzione del salario minimo: da quando Pedro Sánchez è alla presidenza, il Salario Mínimo Interprofesional (Sim) è aumentato del 54%, dai 736 euro del 2018, agli attuali 1.134. L’ultimo aumento è di pochi giorni fa, ha aggiunto 54 euro lordi (+5%) ed è stato adottato nonostante la contrarietà delle rappresentanze datoriali. Un affare anche per l’erario, visto che all’aumento è collegato anche quello della soglia di esenzione dall’imposta sul reddito da lavoro, come il governo ha ricordato all’opposizione.