Salvatore Baiardo, dopo le rivelazioni da Giletti rischia…

Ci sono importanti novità che riguardano Salvatore Baiardo, l’uomo che aveva fatto numerose rivelazioni durante le puntate del programma di Giletti Non è l’Arena. Ebbene, secondo quanto riportato da Repubblica, Baiardo “deve essere arrestato. Perché è un calunniatore professionista: ha mentito, infatti, quando ha raccontato ai magistrati di Firenze di non aver mai mostrato a Massimo Giletti una foto con insieme Giuseppe Graviano con Silvio Berlusconi. E ha mentito quando ha accusato il sindaco di un piccolo comune del Verbano di aver custodito somme della mafia”.

E lo avrebbe fatto per favorire la mafia e in particolare il suo amico Giuseppe Graviano. Con il quale, “nonostante il regime del 41 bis a cui è sottoposto”, continua evidentemente ad avere contatti, visto che conosce cose che invece dovrebbe non sapere. Arresti domiciliari (il provvedimento resta però sospeso fino al vaglio della Cassazione) per Salvatore Baiardo, il tuttofare dei boss Graviano al centro dell’inchiesta sui mandanti occulti delle stragi del ’93. Il tribunale del riesame ha accolto il ricorso della procura (il gip aveva negato la misura) proprio riguardo le accuse di calunnia, mentre quella di favoreggiamento a Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri non è stata ritenuta sufficientemente provata. “Si tratta – si legge nelle 28 pagine firmate dal giudice Alessandro Moneti con la presidente Grazia Aloisio – di un pluripregiudicato, con precedenti per calunnia, truffa, ricettazione ed altri reati pur oggi depenalizzati. Non solo: le calunnie che concernono questo procedimento risultano poste in essere su tematiche di estrema delicatezza inerenti la storia del nostro Paese, con assoluto disinteresse sia per le persone offese che per fatti che hanno condotto indicibili sofferenze umane e messo a dura prova la tenuta dell’ordinamento democratico”.

Uno dei cuori dell’indagine è la famosa fotografia che ritrarrebbe Graviano con Berlusconi. Giletti, che più volte aveva intervistato Graviano “remunerandolo, e questo può costituire una ragione di avvelenamento della genuinità delle dichiarazioni” scrivono i giudici, ha raccontato che il mafioso gliel’ha mostrata. Graviano, mentendo, ha invece detto che si trattava una bugia di Giletti.

Perché, ragionano i giudici, è vero, la foto potrebbe anche non esistere. Non c’è la prova che ci sia. “Ma sicuramente gli è stata fatta vedere: potrebbe essere un fotomontaggio o addirittura essere stata male osservata dal giornalista, per problemi di luce (l’ambiente in cui venne mostrata non era ben illuminato), od essersi egli sbagliato in ragione del breve tempo in cui gli venne mostrata, magari ingannato da tratti somatici simili a quelli delle persone che ha dichiarato di avere riconosciuto”.

È possibile, però, scrivono sempre i giudici, che proprio quella fotografia possa essere stata la causa chiusura della trasmissione di Giletti. Esiste, dicono infatti i magistrati, una “elevata probabilità che la trattazione di questo tema da parte di Giletti gli sia costato la chiusura della trasmissione da parte di Umberto Cairo, persona in passato legata a Silvio Berlusconi. Non sono emersi ragionevoli altri motivi per la chiusura della trasmissione, né le indagini hanno fatto emergere una audience bassa in relazione ai programmi similari ed alla fascia oraria di messa in onda. Si segnala anzi la repentinità della decisione, maturata proprio quando veniva sviluppata l’inchiesta sui contatti Graviano-Berlusconi dei primi anni Novanta.

Tuttavia la decisione, certamente allarmante sul piano della libertà d’informazione e della tutela del giornalismo d’inchiesta, non avvalora di per sé la fondatezza di una vicenda tremenda per la storia della Repubblica Italiana, quanto il timore di mandare avanti un’inchiesta scomoda”. Poi, sulla figura di Baiardo: “Dice e non dice, afferma e poi nega, gioca con le parole, un soggetto che ha dimostrato di sapere molte cose e che nel contempo non è attendibile”.

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