Salvini contestato al congresso della Lega: ecco cosa gli hanno detto – IL VIDEO

C’è stata una sorpresa al congresso regionale della Lega del Lazio. Mentre era in corso l’intervento del ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, un’attivista è entrata nella sala esibendo un cartello con la scritta “basta guerra alle Ong, governo criminale“. Ecco cosa le ha risposto Salvini, in fondo all’articolo trovate anche il relativo video.

Dal palco Salvini ha subito risposto, sbeffeggiandola: “Va bene, viva le Ong. Un applauso alla prossima valletta del Festival di Sanremo. De gustibus non disputandum est”. La donna è stata immediatamente allontanata e Salvini ha proseguito: “Diciamo che l’idea del ministro Valditara di reintrodurre il voto in condotta servirà a parecchia gente. E questo mi fa riflettere sul fatto che io non mi sento superiore, ma mi sento diverso”. “Noi chiudiamo questa pagliacciata qua con il sorriso e con ironia – ha aggiunto – Pnsate invece se uno di noi fosse andato in un contesto di sinistra a contestare che pandemonio sarebbe accaduto. Viva la libertà”.

Come riporta anche Fanpage, quello di Meloni e Salvini sull’immigrazione è un disastro senza precedenti, su tutti i fronti e da ogni prospettiva lo si guardi. Ci si è limitati a parlare di altro, grazie al formidabile aiuto dell’opposizione e della gran parte dei mezzi di informazione. In altri contesti, Meloni e Salvini avrebbero rilasciato interviste al vetriolo, invaso i social e mobilitato le loro truppe, denunciando l’emergenza e l’incapacità dei governanti, attaccando i buonisti e i “responsabili dell’invasione”, tuonando contro l’Europa e i governi africani colpevoli di “trasformare l’Italia in un campo profughi”.

Il problema non è soltanto che ora al governo ci sia la destra: in effetti, sarebbero ugualmente in grado di individuare un capro espiatorio, un nemico o un qualunque argomento distorsivo. La vera questione è che stavolta ci sono pochi dubbi, la situazione attuale rende del tutto evidente quanto sia stata strumentale la propaganda degli ultimi anni tanto di Fratelli d’Italia (i blocchi navali, i rimpatri, la combutta fra trafficanti e Ong) quanto della Lega (la lotta senza quartiere all’Europa dei burocrati, lo smantellamento della rete di affari delle cooperative rosso e via discorrente). Ma non solo, perché le ultime settimane dimostrano anche il fallimento di tutte le iniziative messe in campo dal governo per controllare i flussi e gestire gli sbarchi.

Il piano Mattei è poco più di una barzelletta, al momento. Non ci sono risorse, non c’è stato il coinvolgimento degli altri player europei (anzi, i francesi sono anche abbastanza incazzati…), non ci sono tempistiche né un masterplan di interventi/accordi. Le visite in Tunisia, senza dubbio un buon risultato sul piano diplomatico, hanno prodotto poco: la stragrande maggioranza degli sbarchi intercettati provengono da lì, gli sbarchi fantasma non si fermano e le autorità di Tunisi si eclissano spesso e volentieri.

La situazione in Libia non è migliorata e non poteva essere altrimenti. Malgrado dossier, inchieste e denunce abbiano mostrato con chiarezza qual è la condizione dei migranti in quel Paese, anche il governo Meloni continua a far finta di niente, accettando, peraltro, che siano le autorità di Tripoli a decidere quando aprire o no il rubinetto del flusso verso le nostre coste. I rimpatri sono fermi al palo, come prima, più di prima.

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