Sanremo 2025 Travaglio scontro Benigni – Un attacco frontale alla s… – IL VIDEO EPICO

Il Festival di Sanremo 2025 continua a far discutere, e questa volta il bersaglio della polemica è Roberto Benigni. Il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, ha rivolto un durissimo attacco al celebre attore e regista toscano, criticandone la partecipazione alla kermesse e, soprattutto, la sua interpretazione della satira. Secondo Travaglio, quello che un tempo era un comico irriverente e graffiante è ormai diventato “un corazziere”, ovvero un sostenitore dell’establishment, lontano anni luce dalla sua vena sovversiva degli anni ’80.

Ma andiamo con ordine e analizziamo nel dettaglio le parole del giornalista, che ha colpito su più fronti, dalla mancanza di satira sul palco dell’Ariston fino al controverso riferimento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla Russia.

“Il Benigni di oggi non è satira”

Nel suo commento, Marco Travaglio ha attaccato frontalmente Roberto Benigni, accusandolo di aver abbandonato la vera satira, quella pungente e fuori dagli schemi che lo aveva reso celebre negli anni ’80.

> “Se qualcuno pensa che il Benigni di oggi sia satira, non sa cos’è la satira. Satira era il Benigni dell’80, il Benigni che limona con la sua fidanzata dell’epoca, il Benigni che parla di Wojtylaccio e poi sparisce dal Festival per diversi anni. Quello di adesso è un corazziere.”

 

L’accusa è chiara: Benigni, un tempo simbolo della comicità irriverente, sarebbe oggi un portavoce del potere, incapace di sfidare i tabù politici e di far ridere con la stessa efficacia di un tempo.

La comicità che manca: “Meno male che c’erano Frassica e Geppi Cucciari”

L’intervento di Travaglio si chiude con un’ulteriore critica: oltre alla satira, secondo lui al Festival è mancata anche la comicità vera.

> “Non c’era nessuna satira e nessuna comicità, purtroppo sono diversi anni che Benigni non fa mai ridere. La satira non è obbligata a far ridere, ma non c’era nemmeno la comicità, non si rideva nemmeno. Meno male che almeno la comicità l’hanno salvata Frassica e Geppi Cucciari.”

 

Dunque, se da un lato Benigni sarebbe ormai diventato un “corazziere” del potere, dall’altro il suo intervento non avrebbe neanche raggiunto l’obiettivo minimo di strappare un sorriso. Per Travaglio, il Festival è stato salvato dall’ironia di altri comici, come Nino Frassica e Geppi Cucciari, capaci di intrattenere il pubblico con leggerezza e intelligenza.

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Un Sanremo sotto il fuoco delle critiche

Le parole di Travaglio non fanno che alimentare il dibattito su un Festival che, ogni anno, è al centro di accesi confronti culturali e politici. Sanremo non è solo una gara musicale, ma un evento mediatico che riflette lo stato dell’opinione pubblica italiana.

L’attacco frontale a Benigni e Mattarella, oltre che alla presunta mancanza di satira, riapre un tema annoso: la libertà della comicità e il suo rapporto con il potere. È ancora possibile fare satira in un contesto come quello sanremese? E, soprattutto, Benigni è davvero cambiato o è solo una diversa percezione della sua comicità?
VIDEO:

Una cosa è certa: il Festival di Sanremo 2025 non smette di far parlare, e questa polemica potrebbe essere solo l’inizio.

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