Nel corso dell’inchiesta condotta dalla Procura di Milano riguardante una presunta truffa aggravata ai danni dello Stato, emergono dettagli inquietanti sulle pratiche adottate da Visibilia, il gruppo editoriale fondato e guidato dalla ministra del Turismo, Daniela Santanchè. Le indagini si concentrano sull’uso improprio della cassa integrazione durante il periodo della pandemia da Covid-19.
Secondo le testimonianze raccolte, i dipendenti di Visibilia, pur essendo ufficialmente in cassa integrazione a zero ore, erano costretti a lavorare a tempo pieno. Laura Adele Nuonno, giornalista grafica di “Pc Professionale”, mensile edito da Visibilia, ha dichiarato ai magistrati:
> “Era una gentile concessione che la dottoressa… ci faceva, perché diceva: ‘O accettate questa situazione e chiudete il giornale tutti i mesi oppure chiudo baracca e burattini e vi lascio tutti a casa’”.
Queste parole evidenziano come i dipendenti fossero posti di fronte a un ricatto: accettare di lavorare nonostante fossero formalmente in cassa integrazione o rischiare la chiusura dell’azienda e la conseguente perdita del posto di lavoro.
L’Inps ha contestato a Visibilia la percezione indebita di circa 126.000 euro, somma relativa alla cassa integrazione per 13 dipendenti che, secondo l’accusa, continuavano a lavorare nonostante fossero ufficialmente in cassa a zero ore. L’ente previdenziale ha richiesto la restituzione di tali fondi, che Visibilia ha successivamente rimborsato, patteggiando una sanzione. Per garantire il pagamento, Athena Pubblicità, società riconducibile a Santanchè, e suo figlio Lorenzo Mazzaro hanno posto un vincolo di destinazione da 200.000 euro su una villa di famiglia a Marina di Pietrasanta.
Le indagini hanno portato alla luce ulteriori testimonianze che rafforzano l’accusa. Federica Bottiglione, ex dirigente di Visibilia Editore, ha riferito di aver continuato a lavorare dal marzo 2020 al novembre 2021, nonostante fosse ufficialmente in cassa integrazione a zero ore. Ha inoltre registrato conversazioni con Dimitri Kunz D’Asburgo, compagno di Santanchè e coindagato, che confermerebbero la consapevolezza e la volontà della dirigenza di proseguire in tali pratiche.
La difesa di Santanchè ha tentato di spostare la competenza territoriale del procedimento da Milano a Roma, sostenendo che il server dell’Inps si trova nella Capitale e che il primo pagamento a un dipendente di Visibilia per la cassa integrazione è avvenuto su un conto bancario romano. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rigettato tale richiesta, confermando la competenza del Tribunale di Milano. L’udienza preliminare è fissata per il 26 marzo 2025, durante la quale si deciderà sull’eventuale rinvio a giudizio della ministra e degli altri imputati.
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Oltre a questo procedimento, Daniela Santanchè è coinvolta in un altro filone d’inchiesta riguardante presunte false comunicazioni sociali legate ai bilanci di Visibilia. In questo caso, l’accusa sostiene che i bilanci siano stati manipolati per nascondere perdite milionarie e mantenere in vita l’azienda, ingannando così gli investitori. Il processo per queste accuse è previsto per il 20 marzo 2025.
Le vicende giudiziarie che coinvolgono la ministra del Turismo sollevano interrogativi sulla gestione delle risorse pubbliche durante la pandemia e sull’integrità delle pratiche aziendali adottate da Visibilia. Le prossime udienze saranno cruciali per determinare le responsabilità e le eventuali conseguenze legali per gli imputati.
Per un ulteriore approfondimento sulle vicende giudiziarie che coinvolgono la ministra Santanchè, è disponibile un servizio video che riassume i principali punti dell’inchiesta:
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