Primo voto in commissione Giustizia al Senato sul ddl Nordio che elimina il reato di abuso d'ufficio e attenua il traffico di influenze.
Via l’abuso d’ufficio dal codice penale. Resterà un buco al posto dell’articolo 323. Ieri è arrivato, in commissione Giustizia al Senato, il primo voto. A favore tutta la maggioranza e anche Italia viva con Ivan Scalfarotto. Contro, in modo compatto, le opposizioni: Pd, M5S, Avs. Bocciata anche la proposta del Pd che aveva chiesto di distinguere la responsabilità “politica” dei sindaci da quella dei tecnici. Entusiasta il ministro Carlo Nordio che, a voto avvenuto, lo mette sul tavolo della sua premier: “L’abrogazione di questo reato evanescente, richiesta a gran voce da tutti gli amministratori di ogni parte politica, contribuirà a un’accelerazione delle procedure e avrà quell’impatto favorevole sull’economia auspicato nei giorni scorsi da Giorgia Meloni”.
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Ma non basta. Viene attenuato anche il reato di traffico d’influenze, ugualmente raccomandato dalla Ue. La Lega ha presentato un emendamento che riscrive la legge Severino sull’incandidabilità e decadenza di parlamentari e amministratori condannati a due anni. Elimina l’obbligo di sospendere questi ultimi dopo la sentenza di primo grado. Un ulteriore “favore”, dopo la soppressione dell’abuso d’ufficio, proprio al “partito dei sindaci”. I quali da molto tempo chiedevano di cancellare una norma che li obbligava a lasciare l’incarico. Anche se poi in Cassazione venivano assolti.
Tocca alle opposizioni – i dem Alfredo Bazoli e Walter Verini, Roberto Scarpinato per M5S – spiegare per quale ragione sono contrari a cancellare il reato. Che il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia considera indispensabile. E che la stessa Europa, nella Commissione di Bruxelles, ha inserito tra i reati che tutti i paesi devono tenere nei codici. Ma non c’è nulla da fare. Come ha anticipato a Repubblica il capogruppo di Forza Italia Pierantonio Zanettin, quel reato invece deve essere eliminato.
Sarcastico l’ex pm di Palermo Roberto Scarpinato del M5S. “In un quadro di malaffare sempre più diffuso, il governo Meloni fa esattamente tutto ciò che serve per accelerare questo processo di decadimento dello Stato e per facilitare la predazione del denaro e delle risorse pubbliche da parte dei comitati di malaffare. Con il ddl Nordio normalizza l’abuso di potere, cioè lo sviamento del potere pubblico per finalità private, e normalizza il conflitto di interessi, perché grazia all’abrogazione del reato di abuso d’ufficio non costituirà reato neppure la violazione dell’obbligo di astenersi in presenza di un interesse privato in conflitto con l’interesse pubblico”.