In un video pubblicato sui social, Andrea Scanzi ha attaccato Vittorio Sgarbi dopo l'ennesima inchiesta che lo riguarda.
Ve ne avevamo parlato abbondantemente anche nei giorni scorsi. Sgarbi è stato beccato da Report per una vicenda che riguarda una sua tela rubata. A intervenire su questa storia è Andrea Scanzi. Il giornalista del Fatto ha fatto un video in cui commenta l’inchiesta di Report, senza far mancare frecciatine al sottosegretario alla cultura. “È una vicenda surreale, l’ennesima che riguarda Sgarbi. Ma poi lui nega e lo fa sempre con le parolacce, insultando tutti. Ha questa voce che dovrebbe essere abolita dal globo terracqueo, non si sopporta più. Adesso basta, però, fai un passo indietro. Perché nessuno lo caccia dal governo?” si chiede Scanzi nel suo video. Ma ripercorriamo cosa è successo dall’inizio.
L'inchiesta di Report su Sgarbi
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Report ha mandato in onda un servizio su Sgarbi, nonostante le diffide. Il sottosegretario alla Cultura del governo infatti ha provato a bloccarlo fino all’ultimo. L’inchiesta racconta dell’opera rubata nel 2013 dal castello di Buriasco in Piemonte. I ladri l’hanno tagliata via dalla cornice e l’hanno sostituita con una grande foto. Sgarbi invece sostiene di averlo ritrovato per casa durante i lavori di Villa Maidalchina a Viterbo. Poi l’ha esposto durante una mostra su Caravaggio e i suoi allievi. Nel servizio in collaborazione con il Fatto Quotidiano si nota che tra il dipinto esposto e quello rubato c’è una bella differenza.
Come fa notare Open, in alto a sinistra nell’opera esposta da Sgarbi a Lucca appare infatti una fiaccola che nell’originale non c’è. «Il catalogo dice chiaramente che era a Villa Maidalchina», spiega il sottosegretario. Si tratta di una residenza nobiliare che nel 2000 viene acquistata da Rita Cavallini, la madre di Sgarbi. «Era un immobile in stato d’abbandono», spiega l’ex proprietario Luigi Achilli. Che dice di non sapere di sottotetti. Ma l’opera era citata tra i beni in un inventario precedente, secondo Sgarbi. Dove si parla di alcuni quadri di San Pietro e Santa Caterina, ma non di quello di Manetti secondo il servizio di Report. A Buriasco nel torinese sorge il castello di Margherita Buzio, che è la persona che ha denunciato il furto. «Mi hanno tagliato la tela e graffiato la cornice», racconta. Ma hanno lasciato un lembo della tela. Forse strappato nel momento della rimozione.
L'inchiesta dei carabinieri
Paolo Bocedi, la persona che si è presentata, è il presidente dell’associazione Italia Libera. È stato collaboratore di Sgarbi fino al 2003. Ma ha conservato ottimi rapporti con il sottosegretario. Bocedi ricorda di aver visto il quadro con Pasquale La Mura, autista di Sgarbi, per chiedere del quadro e della sua possibile vendita. Il restauratore Gianfranco Mingardi è invece la persona che ha restaurato il quadro su richiesta di Sgarbi. Dice di averlo ricevuto proprio da Bocedi, che è anche presidente di un’associazione antiracket in Lombardia. «Per me sarebbe una bella figura di merda», dice durante il servizio. I carabinieri alla fine vanno nel castello. Esaminano proprio quella piccola porzione di tela rimasta attaccata al quadro durante il furto. Sgarbi invia via Pec una diffida a Report e alla Rai. Sostiene che il servizio «potrebbe influenzare a scapito della presunzione d’innocenza, dell’equo processo e della tutela della privacy dell’imputato. Lo Stato è, perciò, obbligato ad adottare misure dissuasive e restrizioni alla libertà di stampa per tutelare questi diritti fondamentali». In una nota successiva sostiene: «Le illazioni non sono servizio pubblico. Sono insinuazioni come quelle sulla gerontofilia e cleptomania attribuita da alcuni pettegoli a Davide di Pietro».