Scanzi contro Sgarbi: “Deve dimettersi!” IL VIDEO

Andrea Scanzi ha commentato l'ultima notizia relativa a Vittorio Sgarbi, indagato per il furto del quadro del Manetti.

La notizia di oggi è che Vittorio Sgarbi è ufficialmente indagato per il furto di un quadro. L’accusa è di furto di beni culturali. Secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, c’è un fascicolo con iscrizione e una prima ipotesi di reato sul caso del dipinto attribuito a Rutilio Manetti, trafugato dal Castello di Buriasco nel 2013 e riapparso a Lucca nel 2021 come “inedito” di proprietà di Vittorio Sgarbi.

La reazione di Scanzi

Il fascicolo sarebbe stato aperto dalla Procura di Imperia. Come derivazione di un’altra inchiesta per esportazione illecita di opere d’arte, relativo al Valentin de Boulogne. Sempre secondo il Fatto il fascicolo è stato poi trasmesso alla Procura di Macerata per competenza. Perché Sgarbi dichiara il domicilio a San Severino Marche, di cui fu sindaco nel 1992, luogo da lui stesso designato per gli interrogatori. Non è escluso che possa essere trasferito poi ad un’altra Procura e che cambi anche l’ipotesi di reato. Intanto i carabinieri hanno sentito il restauratore e i titolari dell’impresa di Correggio (Reggio Emilia) che avrebbe eseguito una copia dell’opera.

Insomma, l’opera di Sgarbi e quella trafugata sarebbero la stessa cosa. Come spiega Sigfrido Ranucci nella puntata di Report, gli inviati di Report hanno scoperto che «il trasportatore di fiducia di Sgarbi, Valerio Zannoni, nel 2018 ha recuperato il Manetti dallo studio del restauratore Mingardi, e l’ha portato nella sede della fondazione Cavallini-Sgarbi». Il sottosegretario alla Cultura ha dato mandato nei giorni scorsi ai suoi legali di presentare una ulteriore denuncia contro Report e Il Fatto. «L’opera esposta a Lucca – spiega Sgarbi – non ha niente a che fare con quella rubata. Proviene da una villa del viterbese dov’era documentata dal 1649». «Quella di Report e Il Fatto non è una inchiesta giornalistica, ma una chiara aggressione politica. Saranno denunciati penalmente per le bugie, le ricostruzioni fasulle e la continua diffamazione, oltre a essere citati per il risarcimento dei danni». Ecco come ha reagito Scanzi a questa notizia:

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