Scanzi demolisce Meloni e non solo. Ecco il resoconto di tutto il 2024 – INEDITO

Con la consueta ironia tagliente, Andrea Scanzi ha pubblicato il suo editoriale di fine anno sul Fatto Quotidiano, un vero e proprio “dossier” sulle figure politiche italiane. L’articolo, che si legge come una serie di pagelle impietose, mette in luce limiti, contraddizioni e (rarissime) virtù della leadership nazionale.

Meloni e il successo della narrazione

Il giudizio più duro, come previsto, è riservato a Giorgia Meloni. Definita “modesta” e alla guida di un governo “ancor più modesto”, Meloni è accusata di vivere in un mondo in cui la percezione supera la realtà. Secondo Scanzi, il suo stile comunicativo – fatto di monologhi a misura di pubblico docile – e il suo approccio divisivo hanno contribuito a una narrazione efficace, anche se basata su “bugie e miracoli”.
La critica si estende agli atti del governo, giudicati “inutili o devastanti”, con un focus particolare sulle politiche migratorie, sulla giustizia e sul sociale. La conclusione è amara: la Premier continuerà a dominare fino al 2027, grazie anche all’astensione, che Scanzi definisce “la miglior polizza politica per Donna Giorgia”.

Gli altri leader: chi sparisce, chi resiste

Non meno caustico il giudizio sugli altri protagonisti della scena politica:

Matteo Salvini: ridotto a un’esistenza politica fantasma, viene liquidato con un laconico “Parliamone da vivo”.

Antonio Tajani: il veterano di Forza Italia si eleva, per paradosso, a “quasi Churchill” rispetto ai suoi colleghi.

Elly Schlein: l’astro nascente del PD è dipinta come una leader che non osa né innovare, finendo per galleggiare tra “supercazzole” e una comunicazione confusa. Scanzi evidenzia un’involuzione nel suo approccio, accusandola di essersi allontanata dalla passione e autenticità che la caratterizzavano prima della sua elezione.

Giuseppe Conte: viene definito l’ultima speranza del Movimento 5 Stelle, ma con l’onere di riportare alle urne i disillusi.

I comprimari e i “non pervenuti”

Scanzi non risparmia nemmeno i volti meno prominenti:

Nicola Fratoianni è lodato come il leader più in forma della sinistra, ma penalizzato dall’essere associato a personaggi poco convincenti.

Angelo Bonelli e Riccardo Magi sono praticamente ignorati.

Matteo Renzi è descritto come il “politico più sopravvalutato degli ultimi cinquant’anni”, oltre che il “leader più insopportabile”.

Carlo Calenda, pur criticato politicamente, strappa un sorriso per la sua recente fase da “ispettore Calecallaghan”, grazie alla sua abilità nel litigare con tutti.

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Un futuro senza vie d’uscita

Scanzi conclude il suo editoriale con una nota di pessimismo. L’Italia, secondo il giornalista, è prigioniera di un destracentro dominante e di un centrosinistra incapace di creare un’alternativa. La rassegnazione, scrive, è oggi il sentimento predominante tra gli italiani, mentre l’indignazione sembra ormai relegata a un lontano passato.

Un messaggio duro e senza sconti, che riflette lo stile provocatorio di Scanzi e lascia poco spazio alla speranza. Resta da vedere se, e come, il suo grido di allarme sarà raccolto.

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