Scherzo telefonico, Bersani distrugge Meloni da Gruber: “Io non ci son cascato perché…” VIDEO

Durante l'ultima puntata di Otto e mezzo Pierluigi Bersani ha commentato lo scherzo telefonico dei due comici russi a Giorgia Meloni.

Durante l’ultima puntata di Otto e mezzo Pierluigi Bersani ha commentato lo scherzo telefonico dei due comici russi a Giorgia Meloni. Gruber chiede: “Le è mai capitato che le facessero uno scherzo del genere?” E lui: “Certo, ma non ci son mai cascato perché vengono dalle montagne, dall’Appennino” scherza Bersani nel suo intervento. Poi spiega: “Ai miei tempi ci hanno anche provato a fingersi qualcun altro, ma li ho beccati subito, erano però tutti molto più “artigianali” rispetto a questi qua” spiega l’ex leader del Partito Democratico in diretta. Poi affronta la questione manovra e Premierato: “Gli stipendi sono saliti in Europa ma non in Italia… Meloni a casa dopo il referendum? A suo buon cuore… se ti bocciano la mamma…” conclude Bersani nel suo intervento in tv.

Meloni a casa dopo il referendum?

A proposito di premierato, anche Giuseppe Conte del M5S è tornato a parlarne. “Nonostante la Meloni abbia messo le mani avanti, io credo che se andasse al referendum e perdesse dovrebbe necessariamente trarne le conseguenze”. Cosi il leader del M5S Giuseppe Conte interpellato su questa possibilità nell’iter della riforma costituzionale a margine di un evento a Roma Tre.

Ricordiamo che dopo l’approvazione del testo da parte del Consiglio dei ministri, ogni legge costituzionale deve passare per due letture da parte di entrambi i rami del Parlamento. Questo a distanza di almeno tre mesi tra una lettura e l’altra, e a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Ma questo può non bastare. Se le Camere nella seconda votazione non registrano il sì con la maggioranza dei due terzi dei loro componenti, il testo (entro tre mesi dalla pubblicazione), può essere sottoposto a referendum confermativo (ma senza quorum del 50% dei votanti) se ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Per la maggioranza di centrodestra questo significa (ammesso che Italia Viva voti la riforma) andare a conquistare almeno 21 deputati e 14 senatori nelle fila delle opposizioni.

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