Nella recente puntata di Otto e mezzo su La7, il dibattito è stato acceso tra il direttore di Fanpage, Francesco Cancellato, e il direttore del Secolo d’Italia, Italo Bocchino. Al centro della discussione vi era l’inchiesta di Fanpage all’interno di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, che ha rivelato contenuti allarmanti.
L’inchiesta giornalistica ha documentato comportamenti e dichiarazioni preoccupanti tra i membri di Gioventù Nazionale, tra cui saluti romani, inni al Duce, e insulti rivolti a ebrei, gay e disabili. Questi elementi sono stati citati da Cancellato durante la trasmissione, il quale ha evidenziato anche l’uso del saluto gladiatorio da parte di diversi esponenti sia di Gioventù Nazionale che di Fratelli d’Italia.
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Il saluto gladiatorio, secondo Bocchino, non è vietato, e quindi in una democrazia è permesso tutto ciò che non è esplicitamente proibito. Rivolgendosi a Cancellato, Bocchino ha dichiarato: “Ma perché non si può fare, che te frega?”. Questa affermazione ha suscitato ulteriori tensioni in studio.
Sia Francesco Cancellato che Lucio Caracciolo, ospite in studio, hanno sottolineato come il saluto gladiatorio non possa essere considerato un gesto neutro. Essi hanno argomentato che tale saluto si inserisce in un contesto di militanti di estrema destra che si rifanno chiaramente all’ideologia dei loro nonni, evocando così un passato controverso e inquietante.
Il confronto ha messo in luce le profonde divisioni riguardo all’interpretazione e all’accettabilità di simboli e gesti legati all’estrema destra in Italia, suscitando un dibattito acceso sulla memoria storica e sui limiti della libertà di espressione in una democrazia.
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