L’editoriale di Marco Travaglio, intitolato “Scindo, ma non scendo”, pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”, ironizza sulla presunta scissione del Movimento 5 Stelle (M5S), descrivendola come uno dei tanti “classici” della commedia politica italiana. Travaglio dipinge queste voci come parte di una narrazione “fantasy”, sostenendo che i media stanno esagerando e creando una storia che ha pochi riscontri concreti nella realtà.
Secondo l’editoriale, alcuni giornali sostengono che Beppe Grillo stia consultando giuristi e avvocati per interrompere il percorso costituente del M5S e riprendere il controllo del simbolo del partito. Tuttavia, Travaglio chiarisce che il simbolo appartiene all’associazione presieduta da Giuseppe Conte e che Grillo, nel contratto di rinnovo della manleva, si è impegnato a non sollevare contenziosi su nome, simbolo ed eventuali ulteriori modifiche. Travaglio suggerisce che questa presunta scissione sarebbe un ritorno ai principi originali del Movimento: “due mandati e zero alleanze”.
Ecco i passaggi integrali in cui Travaglio descrive i protagonisti di questa presunta scissione:
*Alessandro Di Battista*
Travaglio indica Di Battista come uno dei nomi più menzionati in questo contesto, ma ironizza sulla sua effettiva partecipazione: “la sera della cena segreta era in Spagna a parlare di Gaza e non sente Grillo da tre anni e mezzo dopo la burrascosa rottura su Draghi”. Inoltre, ricorda che nel 2022 Conte aveva ipotizzato di candidarlo, ma “il garante alzò le barricate”. Di Battista è presentato come un personaggio ormai distante dalle dinamiche interne del M5S, suggerendo che la sua inclusione nella lista dei possibili scissionisti sia più un frutto di fantasia che di realtà.
*Virginia Raggi*
Virginia Raggi, descritta come “persona perbene e ultima sindaca di Roma prima del nulla,” è attualmente membro del Comitato di Garanzia M5S. Travaglio, però, sottolinea l’ironia della sua posizione, evidenziando che non è il miglior esempio del principio dei “due mandati”: “è al terzo e qualche mese fa era pronta per le Europee, quindi per il quarto”. Inoltre, Raggi viene criticata per il suo rapido sostegno al governo Draghi nel 2021, “più lesta persino del piè veloce Di Maio”, contraddicendo così il principio del “no alle alleanze”.
*Danilo Toninelli*
Toninelli è descritto come qualcuno che “nel M5S crede davvero,” e Travaglio ricorda i suoi meriti da ministro dei Trasporti. Tuttavia, anche lui viene menzionato per aver contestato Grillo sul sostegno a Draghi. Travaglio lascia intendere che, nonostante la sua fede nel Movimento, Toninelli sia in una posizione di contrasto con Grillo, mettendo in discussione la sua lealtà attuale.
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*Davide Casaleggio*
Travaglio descrive Casaleggio come agitato nella situazione attuale, ma ricorda che “nel 2021 furono Grillo e tutti i parlamentari, stufi di svenarsi per la piattaforma Rousseau, a implorare Conte […] di liquidare lui e il suo aggeggio per riavere gli elenchi degli iscritti”. Questo passaggio evidenzia le tensioni passate tra Casaleggio e il resto del Movimento, legate alla gestione della piattaforma Rousseau e alla questione della trasparenza e controllo degli iscritti.
*Nicola Morra*
Nicola Morra è descritto come il caso “più elettrizzante”. Travaglio sottolinea le contraddizioni di Morra, cacciato dal Movimento per il suo dissenso con Grillo su Draghi, ma ora “firma una lettera con altri 10 espulsi per appoggiare Grillo contro Conte”. Travaglio ironizza sul concetto di “credibilità” sostenuto da Morra, notando come “dopo i due mandati coi 5Stelle, è al terzo come consigliere comunale a Vado Ligure in una lista civica e s’è appena candidato a presidente della Liguria per il quarto”. L’autore evidenzia l’apparente …
Travaglio, con il suo editoriale, mette in luce le contraddizioni all’interno di questa situazione politica: personaggi che, nonostante le espulsioni e le divergenze interne, sembrano ancora intenti a prendere parte alla disputa. “Quindi basta cambiare partito e il contagiri riparte da zero: Vado e torno”, scrive Travaglio riferendosi alla flessibilità di alcuni politici nel cambiare schieramento pur di mantenere una posizione di potere.
Concludendo il suo editoriale, Travaglio sottolinea come il Movimento 5 Stelle, nato per portare una svolta nella politica italiana, sembri oggi intrappolato nelle proprie dinamiche interne e nelle contraddizioni dei suoi leader. Un Movimento in continua evoluzione, alla ricerca di un’identità ormai sempre più incerta e sfuggente.