Negli studi di La7, a l’aria che tira, si è consumato uno scontro acceso tra il deputato del Movimento 5 Stelle Gaetano Pedullà e il giornalista Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo. Durante un dibattito su temi politici legati alla leadership di Giuseppe Conte e alla direzione del Movimento 5 Stelle, i toni si sono rapidamente infiammati, trasformando l’intervento in un botta e risposta dai contenuti al vetriolo.
Il contesto dello scontro
La discussione si è accesa quando Cerno ha criticato apertamente la gestione interna del Movimento 5 Stelle, accusandolo di essere dominato da dinamiche personalistiche. In particolare, il giornalista ha sottolineato come, a suo avviso, il Movimento stia diventando una sorta di “corrente Bettini del PD”, insinuando un controllo quasi esclusivo da parte di Giuseppe Conte. Pedullà, neo-eletto eurodeputato del Movimento, ha subito preso la parola per difendere la propria formazione politica, respingendo le accuse con fermezza.
“Le parole di Cerno sono offensive e fuori dal mondo”, ha dichiarato Pedullà, visibilmente irritato. “Offendono una grande comunità politica composta da decine di migliaia di persone che si riuniscono, votano e decidono democraticamente. Cerno non sa cosa sia la verità e dimostra di non conoscere il significato della democrazia”.
La replica di Cerno
Cerno, lungi dal calmare i toni, ha rilanciato, criticando la posizione di Pedullà e accusandolo di essere un semplice portavoce delle linee decise dall’alto. “Non fai altro che dire quello che ti suggerisce Conte. Tanto vale invitare direttamente lui a parlare, almeno ascoltiamo l’originale”, ha replicato il giornalista.
In un crescendo di tensione, Cerno ha accusato Pedullà di essere “uno che scalda una poltrona” e di non rappresentare il reale spirito democratico che dovrebbe animare il Movimento 5 Stelle. Pedullà, sempre più alterato, ha risposto: “Preferisci che ti dica che sei sciocco? Io preferirei che tu iniziassi a dire la verità, che evidentemente non conosci né da oggi né da quando hai iniziato a parlare in televisione”.
Il punto di rottura: Grillo e Conte al centro del dibattito
La lite ha toccato il suo culmine quando la discussione si è spostata sulla figura di Giuseppe Conte e sul simbolo del Movimento 5 Stelle. Pedullà ha ribadito che il simbolo non appartiene né a Conte né a Grillo, ma alla comunità degli iscritti, sottolineando la natura collettiva e democratica del Movimento.
Cerno, ironico, ha insinuato che il Movimento non abbia più una leadership forte, ma sia piuttosto vittima di lotte interne e di una deriva personalistica. “Non è possibile che ogni discussione si riduca a un culto della personalità. Se Conte vuole essere il leader, allora se ne prenda piena responsabilità”, ha dichiarato il giornalista.
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Il ruolo della moderazione: tensioni ingestibili
Nonostante i tentativi del moderatore di riportare la calma in studio, i due ospiti hanno continuato a punzecchiarsi, rendendo difficoltoso il proseguimento del dibattito. “Calmiamoci un attimo, stiamo cercando di fare un’analisi seria”, ha detto il conduttore, senza però riuscire a frenare le invettive reciproche.
Pedullà, nel suo ultimo intervento, ha difeso il Movimento e i suoi valori, dichiarando: “Noi siamo qui per rappresentare le persone, non per fare giochi di potere o insultare gli altri come fa Cerno”. Quest’ultimo, però, ha chiuso il dibattito con una frase destinata a far discutere: “Io lavoro, tu invece stai lì a scaldare una poltrona”.
Reazioni e commenti
Lo scontro tra Pedullà e Cerno non è passato inosservato e ha rapidamente generato reazioni sul web e sui social media. Molti spettatori hanno criticato il livello del dibattito, definendolo “indegno” di un confronto politico e giornalistico di alto livello. Altri, invece, hanno applaudito la schiettezza di entrambi i protagonisti, vedendola come un segnale di trasparenza in un panorama politico spesso considerato opaco.
Resta da vedere se questa lite avrà ripercussioni nel dibattito pubblico, soprattutto in un momento in cui il Movimento 5 Stelle si trova ad affrontare importanti sfide interne ed esterne. Per ora, la scena rimane quella di un confronto acceso e, forse, poco costruttivo, ma che certamente non ha lasciato indifferenti.
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