Pierluigi Bersani è stato ospite da Lilli Gruber a Otto e mezzo. Tra le altre cose ha detto che “La polemica tra governo Meloni e Ue su Lufthansa e Ita Airways? Se c’è della gente che dovrebbe star zitta, è proprio quella che era nel governo Berlusconi nel 2008, quando fu bruciata l’unica possibilità di dare una prospettiva seria ad Alitalia nell’accordo coi francesi che il governo fece saltare. Quindi, ci vorrebbe un po’ più di garbo, almeno su questo dossier Ita-Lufthansa”. È la bordata lanciata da Pier Luigi Bersani nella prima puntata stagionale di Otto e Mezzo (La7) alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nel 2008 era ministro per la Gioventù e che ieri ha polemizzato col commissario Ue per gli affari economici, Paolo Gentiloni, durante la sua conferenza stampa a conclusione del G20 a Nuova Delhi.
L’ex segretario dem si pronuncia anche sulle accuse di Meloni, ma anche di Salvini e di Tajani, allo stesso Gentiloni, tacciato di non essere sufficientemente allineato agli interessi italiani nella discussione sulle nuove regole del Patto di Stabilità: “Queste uscite non hanno neanche la dignità di una critica all’Europa, sulla quale si possono fare diverse critiche. Sono delle sgrammaticature clamorose. Questi non si rendono conto che prendendosela con Gentiloni in quei termini se la prendono con tutti i commissari europei. È una vicenda che testimonia che nel governo Meloni c’è un’ambiguità di fondo nei confronti della Ue. E quindi – vediamo un governo che cambia spalla al fucile tutti i giorni: una volta fa il responsabile serio, altre volte accende la miccia e altre volte ancora l’accende proprio malamente”.
Bersani ricorda: “Noi abbiamo dei problemi piuttosto seri, come il Patto di Stabilità e il Pnrr, per cui dovremmo rimetterci alla clemenza della corte. Stiamo chiedendo di cambiare 17 riforme di quelle che sono in elenco come paletti e non sono esattamente bruscolini. Non so come si difenda la patria in questo modo“. E conclude: ” Io ho sempre saputo una cosa: non essendoci in Italia né una destra conservatrice alla Quintino Sella, né una destra liberale alla Luigi Einaudi, questa destra è come il pedalò. Sta fuori se c’è il sole. Quando piove, ha dei problemi perché è demagogica. E quindi – chiosa – il governo Meloni avrà dei problemi, ma purtroppo li avremo anche noi, perché non metterà mano a 2 o 3 cose che andrebbero fatte, prima fra tutte la questione salariale, come sta facendo la Germania“.
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Bersani su Vannacci
Piccolo siparietto poi con Alessandro Giuli in studio a Otto e mezzo: “Secondo lei Vannacci è un coglione?” gli chiede Giuli. La risposta a sorpresa di Bersani: “Deve dirmelo lui, ho bisogno che lui mi dia una risposta. Il messaggio però era ai miei, guardate che quel bar lì non è mai vuoto, non è solo Vannacci. E se questi vogliono sdoganare l’odio non dobbiamo parlare il greco antico. Nel bar Italia non stiamo fuori a giudicare il bar, ma entriamoci. Facciamoci capire” spiega Bersani.
Ma ricordiamo un attimo ciò che era successo alla Festa dell’Unità di Ravenna. In una lunga conversazione con la giornalista della Stampa Francesca Schianchi, Bersani citato anche il controverso libro del generale dell’Esercito, di cui si è a lungo discusso queste settimane a causa dei suoi contenuti razzisti e omofobi. «Quando leggi quelle robe lì – ha commentato Bersani – pensi: vabbè allora dai, sciogliamo l’esercito, sciogliamo le istituzioni e facciamo un grandissimo bar, il Bar Italia, dove puoi dare dell’invertito a un omosessuale, dove puoi dare della fattucchiera a una femminista». Poi ha aggiunto:
«E qui bisogna andare diritti, quindi dopo ‘sta cosa mi resta una domanda, una domanda sincera che vorrei fare. Se in quel bar lì è possibile dare dell’anormale a un omosessuale, è possibile dare anche del coglione a un generale?».