Durante l’intervista a diMartedì su La7, il procuratore Nicola Gratteri zittisce il direttore di Libero Pietro Senaldi, smontando le sue provocazioni e difendendo il suo operato contro la mafia.
Uno scontro acceso tra magistratura e giornalismo
L’intervento di Nicola Gratteri nel programma diMartedì, condotto da Giovanni Floris, è stato segnato da un momento di forte tensione con il direttore di Libero, Pietro Senaldi. Quest’ultimo, noto per le sue posizioni critiche nei confronti della magistratura, ha tentato di mettere in discussione il lavoro di Gratteri, suscitando una risposta che ha lasciato il pubblico senza parole.
La provocazione di Senaldi
Senaldi ha insinuato che il vero nemico di Gratteri potrebbe trovarsi all’interno della stessa magistratura, con una punta di ironia che lasciava intendere un eccesso di protagonismo da parte del procuratore. «Ma non sarà che i suoi nemici peggiori sono i suoi colleghi, invidiosi del suo successo?» ha chiesto il direttore, insinuando che il magistrato fosse più interessato alla notorietà che alla giustizia.
La risposta tagliente di Gratteri
Gratteri non si è tirato indietro e, con la sua consueta schiettezza, ha ribaltato l’accusa: «L’invidia è una brutta bestia, ma parliamo di fatti, non di chiacchiere. Io provengo dal basso, da una famiglia umile, e ho lavorato duramente per arrivare dove sono. Non mi sono mai fatto influenzare né da correnti, né da poteri forti. Questo mi rende libero, e la libertà dà fastidio».
Con tono deciso, ha continuato: «Io non rispondo alle provocazioni, rispondo con i risultati. Chi critica senza portare argomenti dimostra solo di non avere niente di concreto da dire. Forse è proprio per questo che qualcuno ha bisogno di attaccare invece di proporre soluzioni».
«Io non vado a passeggiare, lavoro per il Paese»
Senaldi ha poi tentato un’altra stoccata, insinuando che Gratteri, con i suoi frequenti viaggi a Roma, fosse più interessato a costruire la propria immagine che a portare avanti indagini concrete. Il procuratore ha risposto con fermezza: «Quando sono a Roma, non passeggio per il Corso, ma lavoro. Incontro persone che possono aiutarmi a ottenere risorse per il mio ufficio. A differenza di altri, il mio obiettivo non è mettermi in mostra, ma migliorare il sistema giudiziario per rendere più vivibile un territorio martoriato come la Calabria».
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Un colpo finale che zittisce Senaldi
Gratteri ha chiuso lo scontro con una frase che ha suscitato l’applauso del pubblico in studio: «Chi parla senza conoscere il mio lavoro dovrebbe riflettere sul motivo per cui lo fa. Io non ho bisogno di visibilità, ho bisogno di fatti. E i fatti, caro Senaldi, sono che io ho dedicato tutta la mia vita a combattere la criminalità organizzata. Lei cosa ha fatto per migliorare il Paese?».
La risposta è stata un silenzio imbarazzato da parte del direttore di Libero, che ha faticato a replicare, lasciando Gratteri trionfare sul piano dell’autorevolezza.
Conclusione: Gratteri e la forza dei fatti
Questo episodio ha dimostrato ancora una volta il carattere deciso di Nicola Gratteri e la sua capacità di difendere il proprio operato con forza e determinazione. Senaldi, nel tentativo di metterlo all’angolo, è finito per essere asfaltato da una risposta che non lasciava spazio a dubbi: Gratteri parla con i fatti, e i fatti lo rendono una delle figure più credibili nella lotta contro la mafia e la corruzione.
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