Servizio Shock in TV Albanese: Gli Agenti Italiani e il “Turismo di Stato” – IL VIDEO SHOCK

La trasmissione televisiva albanese “Piranjat” ha sollevato un vero polverone mediatico rivelando dettagli inquietanti sulla missione delle forze dell’ordine italiane a Shengjin, una cittadina della costa albanese. L’operazione, voluta dal governo italiano per la gestione dei migranti, si è trasformata, secondo le testimonianze degli stessi agenti, in una vacanza dorata a spese dei contribuenti.

Missione fallita, centri vuoti

I centri di accoglienza costruiti in Albania per accogliere i migranti soccorsi nel Mediterraneo sono rimasti vuoti, a causa di due sentenze del tribunale di Roma che hanno bocciato l’operazione per violazione delle norme europee. Nonostante ciò, circa 220 tra poliziotti, carabinieri e finanzieri italiani sono stati stanziati a Shengjin e ospitati nel resort di lusso “Rafaelo”, con un trattamento all-inclusive. Attualmente, il contingente è stato ridotto a circa 100 unità, ma le attività degli agenti rimasti sollevano molti interrogativi.

Il racconto shock degli agenti

Grazie a una telecamera nascosta, le inviate di “Piranjat” hanno documentato il quotidiano degli agenti italiani. “Siamo qui per lavoro, ma alla fine ci pagano per fare i turisti,” ha dichiarato un agente. Tra una passeggiata sul lungomare e una gita turistica a Tirana o Scutari, il contingente sembra impegnato più a godersi la vacanza che a svolgere compiti operativi.

Le testimonianze sono state raccolte in situazioni apparentemente ordinarie: al market, in spiaggia e perfino nella spa del resort. “Facciamo la sauna tutti i giorni, tanto è gratis,” ha affermato un poliziotto, spiegando che il centro benessere del resort è a disposizione esclusiva delle forze dell’ordine. Altri agenti hanno confermato che pranzi e cene sono pagati dal governo italiano, insieme a un’indennità di missione di 100 euro al giorno.

Critiche e polemiche

Le rivelazioni di “Piranjat” hanno scatenato una bufera politica in Italia. Elly Schlein, leader dell’opposizione, ha definito l’operazione “uno spreco di soldi scandaloso.” Secondo un’inchiesta del 2024, l’Italia spende circa 85.000 euro per ogni migrante che avrebbe dovuto essere accolto in Albania, mentre le strutture rimangono vuote e i fondi pubblici finiscono per finanziare vacanze di lusso.

L’opinione pubblica italiana si è divisa: alcuni difendono la necessità della missione, anche se inefficace, altri denunciano un uso irresponsabile delle risorse statali. “In un paese normale, questo basterebbe per far cadere un governo,” ha scritto un commentatore online, sintetizzando l’indignazione di molti cittadini.

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La reazione del governo italiano

Il governo Meloni, promotore dell’operazione, ha cercato di giustificare la presenza degli agenti in Albania. Tuttavia, le spiegazioni fornite non sembrano placare le critiche. Gli stessi agenti, ignari delle implicazioni delle loro dichiarazioni, hanno messo in evidenza le contraddizioni di una missione che avrebbe dovuto essere funzionale e strategica, ma si è rivelata un fallimento operativo.

L’impatto sull’immagine internazionale

Le rivelazioni hanno avuto eco anche in Albania, sollevando dubbi sull’efficacia della cooperazione bilaterale tra i due paesi. Per molti cittadini albanesi, il comportamento degli agenti italiani rappresenta un insulto alla dignità del paese ospitante, mentre in Italia cresce la pressione per rivedere le modalità di gestione delle missioni all’estero.

Conclusioni

Il caso di Shengjin rappresenta un esempio lampante di come risorse pubbliche possano essere sprecate in operazioni mal pianificate. Il governo italiano dovrà rispondere alle accuse, mentre l’opinione pubblica continua a chiedere trasparenza e responsabilità. Nel frattempo, le immagini di agenti in sauna e a spasso sul lungomare restano un simbolo di un sistema inefficiente, incapace di gestire con serietà una crisi umanitaria.
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