Sgarbi è finito di nuovo al centro di una polemica dopo che lo hanno beccato con i dipinti nel bagagliaio. Ecco cosa voleva farne.
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, in seguito a una segnalazione del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha avviato un procedimento di indagine nei confronti del Sottosegretario di Stato alla Cultura, Vittorio Sgarbi. Il motivo? Possibili violazioni delle normative sulle attività incompatibili con la carica governativa. Questa notizia è stata comunicata dall’Antitrust in un comunicato ufficiale.
La denuncia dell'Antitrust
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Sgarbi è al centro di polemiche a seguito di alcune inchieste del Fatto Quotidiano. Il quotidiano ha rivelato le sue attività retribuite come conferenziere, presentatore di libri, organizzatore di mostre e iniziative culturali. Inoltre, è stata rivelata un’indagine da parte della Procura di Roma riguardo a presunte frodi fiscali. Queste rivelazioni hanno provocato l’indignazione del Ministro Sangiuliano e hanno suscitato l’attenzione della Premier Giorgia Meloni.
Tuttavia, Sgarbi si difende affermando che ha sempre lavorato nell’ambito dell’arte per tutta la sua vita e che continuerà a farlo. Ha respinto le accuse di comportamenti scorretti e dichiara di non aver mai richiesto rimborsi al Ministero. Sostiene di pagare il suo autista e le spese relative alla sua macchina e alla benzina personalmente. L’indagine dell’Autorità Garante rappresenta un’ulteriore tappa in questa controversia.
I compensi extra di Sgarbi
La scorsa settimana Sgarbi era stato ospite a “Piazzapulita” da Corrado Formigli. Durante la puntata si è a lungo parlato del fatto che Sgarbi avrebbe percepito compensi per consulenze nel settore dell’arte, generando controversie riguardo alla sua posizione istituzionale. Sgarbi ha risposto alle critiche con fermezza, sostenendo che la sua lunga esperienza nel mondo dell’arte lo giustifica, e che non è sottosegretario grazie a raccomandazioni, ma a causa del suo status di “esperto”.
Tuttavia, la questione principale riguarda la possibile violazione della Legge 215/2004, che proibisce il lavoro autonomo in materie connesse con le cariche di governo. Lui ha replicato sottolineando che il conflitto sorge solo quando le azioni di un funzionario di governo sono motivate da vantaggio personale, cosa che lui nega. Formigli ha fatto notare che c’è un conflitto di interesse se Sgarbi ricevesse compensi da mostre sponsorizzate da enti pubblici in seguito a una sua partecipazione. Ha sottolineato di essere pagato solo da aziende private e ha difeso il diritto di chiunque, anche in cariche politiche, a guadagnare con le proprie attività intellettuali.