Durante l’ultima puntata di Piazzapulita c’è stato un piccolo episodio che ha riguardato il sottosegretario Vittorio Sgarbi. Ecco cosa ha fatto.
È successo un curioso episodio nel corso della puntata di Piazzapulita. Il sottosegretario Vittorio Sgarbi viene inquadrato senza le scarpe, e successivamente lo si vede intento a parlare al telefono durante il dibattito. Una scena che non ha impedito al conduttore Corrado Formigli e ai suoi ospiti di proseguire con la trasmissione. Tanti i temi affrontati anche ieri sera, dal dibattito politico sul salario minimo alla situazione a Gaza.
Il video di Sgarbi
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Intanto si viene a sapere che il sindaco di Due Carrare ha vinto in primo grado a Enna in una querela contro Sgarbi. È una storia del 2017 quando il critico d’arte era in piena battaglia contro il progetto privato di realizzare un centro commerciale che avrebbe deturpato il paesaggio dominato dal Castello del Catajo nel piccolo Comune della Bassa Padovana.
Durante questa campagna, che ha avuto ampio risalto mediatico, Sgarbi se l’è presa anche con il sindaco del paese Davide Moro di centrosinistra, tutt’ora in carica. «L’area di progetto era edificabile con destinazione d’uso commerciale dal 1994 secondo il vecchio piano regolare, ben prima che io avessi anche solo in mente di fare politica — spiega il sindaco —. Sono stato accusato da Sgarbi, pesantemente, con offese e attacchi personali, anche di aver fatto il cambio di destinazione d’uso, una falsità».
Cosa era successo
Moro spiega che, di fronte alla richiesta dei privati, nel 2017, l’amministrazione si sentiva con le spalle al muro. «Eravamo in una situazione difficile, il Comune era stato condannato dal Consiglio di Stato — racconta — e dovevamo accogliere le istanze dei privati. Dall’altra parte eravamo consapevoli dell’impatto e avremmo voluto quantomeno limitare i danni riducendo l’operazione. Contestualmente Sgarbi ci accusava di tutto e di più, travisando il senso di quello che stavamo facendo». In pratica, il privato aveva pagato anni di imposte per l’edificabilità del terreno e nel 2017 voleva realizzare. «Altrimenti avremmo dovuto risarcirlo dei mancati guadagni — fa sapere Moro —. Questo avrebbe aperto scenari inenarrabili». Il centro commerciale alla fine non si è mai fatto.
La Soprintendenza ha imposto un vincolo indiretto in difesa del Catajo. Questo, di fatto, impedisce la costruzione. Un atto che solleva il Comune da qualsiasi responsabilità nei confronti degli imprenditori che non possono citarlo per danni. Di questa vicenda è rimasto il processo per diffamazione al tribunale di Enna dove all’epoca viveva Sgarbi. «Classico stile del bullo che non la smette, offese anche alla mia famiglia, fa un po’ pena, avrebbe anche l’intelligenza ma la usa con queste cose — commenta Moro —. Un paio d’anni fa i miei legali l’avevano contattato per proporgli una lettera di scuse da pubblicare sui giornali e un offerta ai servizi sociali del Comune. Non abbiamo più sentito niente».