Sigfrido Ranucci: “Dalla Rai poco rispetto” Ma Report tornerà? La rivelazione

Le parole shock in un’Intervista.
Sigfrido Ranucci, noto giornalista e volto di “Report”, ha condiviso il suo percorso professionale, le sue ispirazioni e la forza del programma che conduce, in un’intervista rilasciata a La Nuova Sardegna.

Quando gli è stato chiesto se fare il giornalista fosse stata una scelta, Ranucci ha risposto con entusiasmo: «Fin da ragazzo ho sempre avuto la passione di raccontare. Questa passione mi è stata infusa da mia madre, che era un’insegnante. Grazie a lei ho sviluppato una grande capacità di memoria, tanto che oggi sono rimasto l’unico conduttore che va a braccio. La passione è nata così. Per quanto riguarda il mio impegno nel trattare il malaffare, questo deriva da mio padre, sottufficiale della Guardia di Finanza, che mi ha insegnato l’importanza del bene comune e della lotta per la legalità».

Ranucci ha poi ricordato i suoi idoli giornalistici: «Entrando in Rai ho avuto la fortuna di saccheggiare l’archivio. Penso alle inchieste di Brando Giordani, Ugo Gregoretti, Enzo Biagi, Sergio Zavoli. Questi grandi giornalisti hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia del giornalismo italiano».

Parlando della sua prima inchiesta, Ranucci ha rivelato: «La mia prima inchiesta riguardava lo Zecchino d’Oro. Si parlava di Opus Dei e di meccanismi strani. Ma venni subito richiamato in redazione». Questo episodio rappresenta l’inizio di una carriera caratterizzata dalla determinazione e dalla volontà di portare alla luce la verità.

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Riguardo a “Report”, Ranucci ha elogiato il lavoro della sua predecessora, Milena Gabanelli: «Report nasce da un’idea straordinaria di Milena Gabanelli, che ha portato avanti questo progetto, facendolo arrivare all’apice della TV mondiale. È un esempio unico, rimasto fedele alla mission originaria, al romanzo dei fatti, avendo come unico editore il pubblico che paga il canone. E il successo è stato proprio questo: essere rimasti fedeli a noi stessi e un grande lavoro di squadra».

Nonostante le difficoltà e il “poco rispetto” ricevuto dalla Rai, Ranucci è determinato a continuare il suo lavoro con passione e integrità. “Report” rappresenta un pilastro del giornalismo d’inchiesta in Italia, e Ranucci assicura che il programma tornerà più forte che mai, continuando a essere una voce indipendente e coraggiosa al servizio della verità e del pubblico.

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