Sigfrido Ranucci parla dell’addio di Fazio alla Rai: “E sul futuro di Report vi dico…”

In questi giorni tiene banco la vicenda legata all’addio di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto dalla Rai. Le voci insistenti dicono che “Che tempo che fa” potrebbe essere sostituito da “Report” la domenica sera. Cerchiamo di capire dove sta il vero e cosa ha detto Sigfrido Ranucci in merito.

“Report la domenica sera per sostituire Fabio Fazio? Intanto io non so nulla di ufficiale e nessuno mi ha detto nulla, l’unica cosa che posso immaginare, conoscendo l’azienda, e che quando ti trovi all’ultimo momento, conoscendo le scadenze che ci sono è che qualcuno possa aver immaginato un modo per ‘metterci una pezza’. Chi deve deciderà, lo farà e non con troppa calma, visto che i tempi sono stretti” ha commentato Ranucci a “Un giorno da pecora”, su Radio 1.

Ranucci premette di essere “un dipendente dell’azienda” e quindi “faccio quello che mi viene chiesto nel miglior modo possibile. Ma con delle garanzie. Bisogna portare rispetto a Report e alla sua storia, se qualcuno vuole strumentalizzare sbaglia, se qualcuno vuole mettere in difficoltà la trasmissione, spostandola in condizioni difficili, sbaglia”.

L’idea di un eventuale spostamento del programma, a coprire il vuoto lasciato da Fazio, “non lo vedo né come una promozione né come un ridimensionamento, anche perché pensare di spostare Report per danneggiarlo è come il marito che si taglia gli zebedei per fare un dispetto alla moglie: Report non è di Ranucci, né di chi amministra oggi ieri o domani la Rai, ma del pubblico che paga il canone” spiega.

“Parlo da dipendente Rai: l’addio di Fazio, autore straordinario, per me è una perdita. Trovo bruttissime, antipatiche e ingiuste tutte le polemiche di questi giorni sui suoi compensi, anche perché leggo di nomi che dovrebbero sbarcare in Rai, di persone che hanno scritto delle cialtronerie sull’azienda, sui suoi dipendenti, su Report e sul sottoscritto. Come dirigente Rai non li vorrei mai vedere nei nostri corridoi” chiosa Ranucci.

Quanto ai nomi che circolano in questi giorni, aggiunge: “Queste persone poi non è che verrebbero gratis. Ecco, vorrei che come entrassero si facesse luce sui loro compensi. La vera rivoluzione non sarebbe il cambiamento della narrazione, ma quella di portare giornalisti indipendenti”.

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