“Social card Meloni? Non ci spetta…” Cittadini infuriati, ecco perché

Oggi Il Fatto Quotidiano ha pubblicato una lunga serie di testimonianze di cittadini imbufaliti per la famosa card spesa del governo Meloni. Ma vediamo cosa è successo nel dettaglio. Per il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida è “un aiuto a un milione e trecentomila famiglie che si sta dimostrando efficacissimo“. Evidentemente il cognato di Giorgia Meloni non sa che migliaia di famiglie che in teoria avrebbero diritto alla card Dedicata a te da 382 euro una tantum varata dal governo Meloni hanno scoperto di non poterla ottenere. Parliamo di famiglie con quattro figli e Isee sotto i 6mila euro. E di nuclei esclusi, per esempio, solo perché mesi prima godevano di un’altra carta acquisti. Mentre Inps e Comuni che si rimpallano le responsabilità e non danno spiegazioni.

A parte l’esiguità della cifra, la tessera elettronica che era stata presentata come un importante contributo per la spesa alimentare destinato alle famiglie con Isee sotto i 15mila euro (con priorità a quelle con bambini piccoli) è andata in realtà a una platea assai più ristretta perché i 500 milioni stanziati non bastano per tutti. Inevitabile, visto che il 70% dei nuclei che chiedono la certificazione ricade sotto quella soglia, stando a dati del ministero del Lavoro. Così la speranza in una boccata di ossigeno quanto mai necessaria in questi mesi di altissima inflazione si è spesso infranta, magari dopo una lunga coda davanti alla sede del Comune come quelle registrate a Napoli. Chi ha ricevuto la card riferisce poi di non riuscire sempre a godere dello sconto del 15% previsto dall’accordo tra il ministero dell’Agricoltura e la grande distribuzione. Francesco P. spiega per esempio di aver ricevuto un buono equivalente allo sconto, ma da spendere “solo nei reparti edicola e elettricità“. E si chiede: “Mi compro le lampadine o gli alimenti senza glutine?”.

Un altro utente scrive al Fatto: “Anche la mia famiglia, come tantissime altre, non può usufruire della card “dedicata a te”, pur essendo idonea. Abbiamo un Isee di 6.803 euro, siamo in quattro e mio figlio più piccolo è disabile. Lavoro soltanto io e ho un reddito annuo di circa 19.000 euro. Risultiamo nella lista del Comune di Roma come idonei ma non selezionati per il ricevimento della card. Perché presentare questa iniziativa con parole altisonanti?”

Cinzia L.

E poi ancora: “Siamo una famiglia di Rocca di Neto (Kr), sei componenti di cui 4 figli minori, uno di tre anni. Lavora solo mio marito, abbiamo un Isee inferiore a 6mila euro e non abbiamo percepito la carta. Parlare con l’Inps telefonicamente è impossibile. Personalmente le guardie giurate non mi hanno fatto entrare perché non c’è uno sportello dedicato a questa esigenza. Il Comune mi hanno detto che loro non possono fare nulla perché è l’Inps a comunicare i dati”.

Angela P.

L. dice: “Scrivo per segnalare che anche la mia famiglia è stata esclusa dalla social card. Il nostro reddito Isee è circa 10.000 euro, un componente ha una disabilità superiore ai due terzi, siamo in quattro. Ho chiesto al Comune di residenza come mai ci è stata negata e mi hanno risposto che non siamo negli elenchi. Perché? Non lo sanno. Mi hanno suggerito di scrivere all’Inps, cosa che ho fatto ben tre volte senza ottenere alcuna risposta esaustiva. Allora ho provato a telefonare: l’impiegato mi ha detto che devo sentire il comune di residenza. Divertente…se non fosse che con quei soldi, forse, saremmo riusciti a pagare delle visite mediche urgenti.”

E poi ancora: “Sono una madre sola che lavora e ho due figli, uno maggiorenne che deve iniziare l’università e una minorenne che fa il liceo ed è orfana di padre. Ho un Isee di 10.000. Capisco che ci siano famiglie che si trovano peggio di me ma io i requisiti li ho e non mi è stata data la carta. Il mio Comune ha detto che le liste le ha fatte l’Inps e che sono state scelte le famiglie con reddito molto più basso del mio e con più figli. Nessuna informazione, circolare, graduatoria, lista pubblicata sul sito del comune di Castel Gandolfo: sono dovuta andare personalmente a chiedere.”

Simo

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