Nel corso di un acceso dibattito televisivo con Paolo Del Debbio, il giornalista Luca Sommi ha duramente criticato il governo italiano, accusandolo di aver gestito in maniera inadeguata i fondi destinati all’accoglienza dei migranti. La polemica si è concentrata sull’accordo che prevede l’investimento di quasi un miliardo di euro in Albania per creare strutture di accoglienza, una decisione che secondo Sommi rappresenta uno spreco di risorse e una manovra di facciata più che una vera soluzione al problema.
Sommi ha sostenuto che l’idea di trasferire i migranti in Albania, lontano dal territorio italiano, è principalmente volta a dare l’impressione di mantenere il fenomeno migratorio “fuori dai confini”. Tuttavia, ha evidenziato che, nonostante la collocazione temporanea dei migranti in strutture albanesi, alla fine molti di loro faranno ritorno in Italia, rendendo inutile l’intera operazione. Il giornalista ha definito l’accordo un “costoso esercizio di marketing” che serve a placare l’opinione pubblica senza affrontare le vere questioni strutturali che riguardano l’accoglienza e la gestione dei migranti.
Nel suo intervento, Sommi ha suggerito che quei fondi sarebbero stati impiegati in modo più utile in Italia, destinandoli per esempio all’aumento degli stipendi delle forze dell’ordine. Ha proposto un incremento immediato del 30% per poliziotti e carabinieri, una misura che avrebbe avuto un impatto diretto sulla sicurezza interna. Ha poi sottolineato l’importanza di ristrutturare le strutture abbandonate già presenti sul territorio italiano piuttosto che costruire nuovi centri all’estero, ricordando che ci sono numerosi edifici in disuso che potrebbero essere riqualificati e adibiti all’accoglienza.
Durante il dibattito, è stata discussa anche la questione legale legata ai rimpatri e al diritto d’asilo, con Sommi che ha richiamato l’articolo 10 della Costituzione italiana. Questo articolo garantisce il diritto di asilo a chiunque, nel proprio paese, non goda dei diritti riconosciuti dalla Costituzione italiana, sottolineando l’obbligo di valutare la situazione individuale di ogni richiedente. Sommi ha messo in dubbio la fattibilità dei tempi indicati dal governo, che prevedono una risposta sulle richieste di asilo entro 28 giorni. Ha ricordato che, storicamente, l’Italia ha impiegato mesi per esaminare le domande di protezione, e ha affermato che i migranti trasferiti in Albania, alla fine, non torneranno nei loro paesi d’origine ma faranno ritorno in Italia.
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Un punto centrale delle critiche di Sommi ha riguardato l’impossibilità pratica dei rimpatri. Ha citato le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che vietano il rimpatrio verso alcuni paesi considerati non sicuri, come l’Egitto e il Sudan. Queste sentenze sono immediatamente vincolanti per tutti gli Stati membri dell’UE, limitando di fatto la capacità dei governi nazionali di espellere i migranti. Sommi ha evidenziato che le dichiarazioni fatte da esponenti politici come Matteo Salvini, che in campagna elettorale aveva promesso di rimpatriare centinaia di migliaia di migranti, si scontrano con la realtà giuridica e logistica che rende i rimpatri quasi impossibili.
Infine, Sommi ha puntato il dito contro le accuse di politicizzazione della magistratura da parte di Salvini, che ha sostenuto che alcuni giudici siano parziali contro la destra. Il giornalista ha ribattuto che la magistratura non fa altro che applicare le leggi vigenti, comprese le normative europee che l’Italia è obbligata a rispettare. Ha sottolineato che le decisioni giudiziarie, come quelle relative ai rimpatri, sono basate su disposizioni vincolanti della Corte di Giustizia dell’UE e non su interpretazioni arbitrarie.
In conclusione, l’intervento di Luca Sommi ha messo in luce le criticità dell’approccio del governo nella gestione dei flussi migratori, proponendo alternative concrete per un utilizzo più efficiente delle risorse disponibili. Secondo lui, anziché impegnarsi in costose operazioni all’estero, sarebbe più utile investire direttamente in Italia per migliorare la sicurezza e potenziare il sistema di accoglienza, utilizzando i fondi per supportare le forze dell’ordine e valorizzare le strutture già esistenti.
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