Terremoto in Turchia-Siria: cresce a dismisura il numero di morti. Il bilancio

A distanza di settimane dal terremoto che ha colpito Turchia e Siria seguono nuove scosse. Una di magnitudo 6,4 e l’altra di 5,8 che si sono verificate alle 20.04 e alle 20.07 ora locale del 20 febbraio.

Numerosi sono stati i crolli, la popolazione è stata evacuata e molti sono rimasti senza una casa. Il bilancio parla di una decina di morti e un migliaio di feriti. Colpita ancora la provincia sudorientale di Hatay.

Il sisma è stato avvertito non solo nelle vicine province siriane, ma anche a Cipro, in Libano, Iraq, Palestina, Israele fino all’Egitto.

Tuttavia Il terremoto del 20 febbraio non è avvenuto su una nuova faglia, ma si deve al riposizionamento della porzione di crosta terrestre sottoposta alle spinte tettoniche. Ha detto Doglioni presidente dell’Ingv: “Si tratta di un aftershock che durerà ancora mesi o anni, ma la cui frequenza e intensità andrà gradualmente a diminuire”. “È un aftershock, ossia una scossa seguente alla scossa principale, un po’ come quanto è successo nella sequenza del Centro Italia iniziata ad Amatrice il 24 agosto 2016 e durante la quale, nel corso di mesi, si sono succedute molte scosse, tra cui quella di ottobre di magnitudo addirittura superiore”. Ha proseguito: “Impossibile prevedere come si evolverà la situazione, ma di certo possiamo dire che durerà a lungo”. “Tanto per fare un esempio, solo oggi stiamo vedendo la fine della sequenza del 2016, che ha avuto oltre 140mila terremoti aftershock. Ora in Turchia siamo a 7-8 mila aftershock, ce ne saranno ancora diverse decine di migliaia” ha concluso.

Ad oggi tra Turchia e Siria, il terremoto di febbraio ha provocato la morte di oltre 47mila persone e il bilancio non è ancora definitivo.

Sono oltre centomila, poi, gli edifici distrutti o danneggiati. Dopo il terremoto di due settimane fa, nella zona colpita erano state registrate oltre 6mila scosse di assestamento, tra cui decine di magnitudo tra 5 e 6 prima, delle due grandi scosse di ieri che hanno creato il panico tra gli sfollati più di un milione e mezzo di persone.

 

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