Tommaso Montanari sbugiarda il partito della Meloni

Montanari ha fatto una lucida analisi dei fatti degli ultimi giorni, con una stoccata al governo e in particolare al partito di Meloni.

Montanari ha fatto una lucida analisi dei fatti degli ultimi giorni, con una stoccata al governo e in particolare al partito di Meloni. Ecco cosa ha scritto sulle pagine del Fatto Quotidiano. “Il programma elettorale di Fratelli d’Italia alla voce cultura prometteva una cosa. La “Creazione di un nuovo immaginario italiano anche promuovendo, in particolare nelle scuole, la storia dei grandi d’Italia e le rievocazioni storiche. Valorizzazione del Giubileo 2025 e di Roma Capitale della Cristianità. Contrasto a cancel culture e iconoclastia che minacciano i simboli della nostra identità”. Tutto sta a capire cosa si intenda per ‘nostra identità’. Quella della Repubblica italiana o quella plasticamente visibile ad Acca Larentia qualche giorno fa?

L'affondo su Acca Larentia

La domanda è urgente, a giudicare dalla tacita, quanto inesorabile, azione di cancellazione che questo governo sta di fatto portando avanti verso la figura di Giacomo Matteotti. E verso la memoria dei crimini nazi-fascisti. Già, perché questa è la vera cancel culture. quella di chi cancella, avendo conquistato il governo, la memoria e la storia di una nazione. In questo caso di una nazione che ha scelto l’antifascismo, e bandito il fascismo: pensavamo per sempre.

Quando ciò avviene non attraverso leggi, o proclami espliciti, ma attraverso omissioni, silenzi, boicottaggi è necessario unire i puntini, esplicitare moventi, connettere fatti diversi. Uno di questi fatti è la sistematica opposizione dell’Avvocatura dello Stato alla liquidazione dei risarcimenti riconosciuti dai tribunali della Repubblica a vittime dei fascisti e dei nazisti.

Il boicottaggio dell'anniversario Matteotti

Non è possibile non collegare a questa costante azione insabbiante, la vergognosa gestione dei fondi all’anniversario di Matteotti. La legge approvata a luglio scorso (anche con i voti della destra) prevedeva che i bandi finanziati per le iniziative celebrative uscissero in settembre. Ma nonostante lettere, dichiarazioni pubbliche e proteste delle istituzioni coinvolte, ad oggi non ve n’è traccia. Di fronte alle polemiche, il sottosegretario Mantovano ha infine garantito che i bandi usciranno a fine gennaio. Con ‘soli’ quattro mesi di ritardo. Considerando che l’anno è già iniziato, e che Matteotti fu assassinato dai fascisti il 10 giugno, non si tratta di una perdita di tempo sanabile. Il centenario è ormai compromesso. Ed è veramente difficile credere ad un innocente ritardo. Pare invece di assistere ad una tattica precisa. Visto che uccidere un’altra volta Matteotti votando contro il centenario è – almeno per ora – troppo esplicito, si vota la legge con la riserva mentale di boicottarne poi nei fatti l’attuazione.

Il punto è che per i nipotini di Giorgio Almirante, “servo dei nazisti” e “fucilatore di partigiani”, Matteotti non è certo uno dei “grandi d’Italia” da far conoscere nelle scuole. Pochi giorni fa, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Foti ha gridato in Parlamento che al suo partito è particolarmente cara la frase con cui si chiude il Manifesto futurista (1909). “Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo, una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!…”. È un testo-incubatore del pensiero fascista. Poche righe sopra si legge: “Noi vogliamo glorificare la guerra – sola igiene del mondo. Il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna”.

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