Toninelli contro i giornali di destra: “Danno a me dello sciacallo perché…” IL VIDEO

Danilo Toninelli ha fatto un video sui social in cui ha denunciato un fatto veramente grave, da parte dei giornali italiani in questi giorni. “Oggi i giornali di centrodestra danno a me dello sciacallo perché ho parlato di ‘morti di Stato’, ho parlato di ‘morti e feriti di Stato’. Perché c’era un guard-rail completamente marcio abbandonato lì dalla metà degli anni ’60 e un’altra protezione mancante, due metri di vuoto senza protezione. Protezione che doveva essere in capo a chi? Doveva essere in capo agli enti pubblici, al Comune che gestiva la strada, allo Stato che doveva controllare il Comune. E nessuno ha fatto un c**o. E questi sono morti. Poi c’è un ministro attuale che invece se la prende con le batterie del bus elettrico, lui sì che è uno sciacallo. L’Italia schifosa che va avanti anche calpestando le vittime innocenti” spiega Toninelli nel suo ultimo video.

Ma riprendiamo un attimo le parole dei giornali di destra questa mattina. Il Giornale dice che “Dopo un’intera giornata ad accusare Matteo Salvini di “sciacallaggio” per avere semplicemente sollevato dei dubbi sui pericoli dei mezzi di trasporto elettrici, ecco arrivare il vero speculatore politico della tragedia che ha colpito Mestre: Danilo Toninelli. L’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti decide di dire la sua sul bus precipitato dal cavalcavia alle porte di Venezia. Per esprimere cordoglio nei confronti delle ventuno vittime? Assolutamente no. Il grillino cremonese coglie la palla al balzo per accusare sostanzialmente tutta la classe politica (eccezion fatta per il suo partito di riferimento) di essere complice di una “strage di Stato”.

Poi il quotidiano insiste: “Toninelli, in un post su Facebook, mischia tutto assieme in un unico grande minestrone. “La strage di operai sui binari di Brandizzo, la strage del bus di Mestre con il guard rail marcio, le tanti morti silenziose in incidenti stradali quotidiani causati da strade dissestaste, non sono morti accidentali – è la sua premessa -. Sono morti di Stato causate dalla follia di destinare tutti i soldi pubblici disponibili per le infrastrutture italiane ad opere inutili e costosissime come il Tav Torino-Lione o il ponte sullo Stretto”.

Nel frattempo Il Fatto Quotidiano riporta le parole di Salvini sul guard-rail: “L’incidente di Mestre “non è un problema di guardrail“. Le indagini stanno ancora muovendo i primi passi, ma Matteo Salvini a distanza di poche ore dalla caduta del bus che ha provocato 21 vittime ha già scagionato la protezione del cavalcavia Vempa. Eppure lo stato di quel guardrail è proprio uno dei punti su cui si stanno concentrando gli inquirenti: in un video appare arrugginito e malmesso, tanto che – come emerso dalle dichiarazioni dell’assessore comunale ai Trasporti di Venezia, Renato Boraso – era già stato progettato un rifacimento del cavalcavia che prevedeva “un nuovo guard rail e la modifica del parapetto”. Salvini è velocissimo a concludere che l’infrastruttura non c’entra nulla, lui che è ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, mentre già punta il dito contro l’alimentazione elettrica del bus: “È presto per dare commenti – è la consueta premessa ai microfoni di Sky – qualcuno mi dice che le batterie elettriche prendono fuoco più velocemente di altre forme di alimentazione e in un momento in cui si dice che tutto deve essere elettrico uno spunto di riflessione è il caso di farlo”. Eppure, gli studi condotti a livello mondiale smentiscono la teoria del ministro Salvini”.

Il procuratore di Venezia Bruno Cherchi parlando dell’incidente del pullman a Mestre ha chiarito quali sono al momento i punti fermi dell’inchiesta: “Sono emersi particolari certi come che l’impatto del pullman è avvenuto una cinquantina di metri prima della rottura del guard rail e della caduta. Sembrerebbe che il pullman si sia accostato al guard rail, lo abbia affiancato per una cinquantina di metri, poi ci sia stata un’ulteriore sterzata quindi l’appoggio verso destra e la caduta“. Queste sono le certezze. Su come il mezzo abbia preso fuoco invece ancora restano dei dubbi: “Non risulta che ci sia stato un incendio nel senso tecnico del termine – chiarisce il procuratore Cherchi – c’è stata una fuoriuscita di gas dalle batterie e su queste stiamo facendo accertamenti”. Insomma, è certo che il bus abbia urtato contro il guard rail e che in un determinato punto la protezione abbia ceduto. Mentre per quanto riguarda le fiamme e il fumo successivi allo schianto, un possibile ruolo delle batterie elettriche è ancora tutto da verificare.

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