Danilo Toninelli ha fatto un video in cui smaschera il governo sul premierato. Ecco cosa ha rivelato.
Danilo Toninelli è tornato sul tema del premierato tanto caro alla Meloni. In un video pubblicato sui social ha detto che non è molto diverso dal Porcellum. Ve lo ricordate? È la legge Calderoli che venne dichiarata incostituzionale e con la quale votammo più di una volta. Ebbene, anche in quel caso era mascherata l’elezione diretta del presidente del consiglio, che era il capo della coalizione. In questo caso i “geni”, come sottolinea Toninelli, vogliono addirittura metterla in Costituzione. Ma spieghiamo bene cosa prevede questo premierato (e se si potrà mai fare).
Il sondaggio shock sul premierato
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Durante l’ultima edizione del TG La7 di Enrico Mentana sono stati mostrati gli ultimi sondaggi. Non solo, perché a un certo punto il noto conduttore ha mostrato un particolarissimo sondaggio che riguarda uno degli argomenti più discussi in questo periodo. Il premierato. Sì, perché la premier Meloni ha approvato in Consiglio dei ministri l’elezione diretta del presidente del consiglio. Ma cosa pensano gli italiani di questa riforma costituzionale? Ebbene, nel sondaggio di SWG vediamo come il 38% non sia d’accordo, mentre il 34% è favorevole e il 28% non si esprime. Ben il 69% degli elettori della maggioranza sarebbe favorevole al premierato, mentre il 61% di quelli dell’opposizione non sarebbe per nulla d’accordo.
I numeri del governo
Ricordiamo che dopo l’approvazione del testo da parte del Consiglio dei ministri, ogni legge costituzionale deve passare per due letture da parte di entrambi i rami del Parlamento. Questo a distanza di almeno tre mesi tra una lettura e l’altra, e a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Ma questo può non bastare. Se le Camere nella seconda votazione non registrano il sì con la maggioranza dei due terzi dei loro componenti, il testo (entro tre mesi dalla pubblicazione), può essere sottoposto a referendum confermativo (ma senza quorum del 50% dei votanti) se ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Per la maggioranza di centrodestra questo significa (ammesso che Italia Viva voti la riforma) andare a conquistare almeno 21 deputati e 14 senatori nelle fila delle opposizioni.