“Totale incapacità…”: lo sfogo di Conte contro il governo dopo lo stop al Reddito di Cittadinanza

In questi giorni non si fa che parlare dello stop al Reddito di Cittadinanza voluto dal governo Meloni. A circa 170mila famiglie che lo percepivano è arrivato un semplice sms con l’avvertimento che da agosto non prenderanno più il sussidio. Vediamo come ha reagito Giuseppe Conte, leader del M5S: “Da mesi lanciamo l’allarme per il rischio di un disastro sociale. Fra novembre e dicembre abbiamo girato l’Italia da Nord a Sud per mostrare a Giorgia Meloni che in Italia ci sono tante persone finite in condizioni di gravi difficoltà. Non per colpa loro, non perché divanisti o scansafatiche. Nulla da fare. Adesso la situazione è questa: difficoltà enormi sui territori, per i sindaci e per i servizi sociali dei Comuni su cui Meloni, con un sms dell’Inps, ha scaricato le difficoltà di tante famiglie che da un giorno all’altro si trovano senza nessuna alternativa: senza sostegni, senza i preannunciati corsi di formazione o riqualificazione, senza nessuna prospettiva occupazionale. Ora quali soluzioni offrono? Perché servono subito, non fra una settimana, un mese o più” scrive Conte su Facebook, che prosegue:

“Siccome il cassetto di Meloni è pieno di slogan ma non di soluzioni hanno inventato sul modello ‘rave’ un altro diversivo per distrarre l’opinione pubblica dalla loro totale incapacità. Stavolta l’arma di distrazione di massa è la Commissione parlamentare d’inchiesta contro l’ex presidente dell’Inps Tridico, il cui lavoro è stato fondamentale nei mesi più duri della pandemia, quando il Rdc salvava 1 milione di persone in povertà mentre Meloni blaterava di 1000 euro con un click a tutti e blocchi navali contro l’immigrazione, tutte misure che, una volta presi i voti degli italiani, sono sparite dall’agenda di governo. Il governo faccia un passo indietro dopo aver gettato nella disperazione 169mila famiglie in un momento in cui il carovita mette in ginocchio anche il ceto medio. Se non li smuove il valore della solidarietà e della responsabilità, che li scuota almeno un sano, insopprimibile sentimento di vergogna”, conclude.

Dopo le proteste in Campania davanti alle sedi dell’Inps, anche questa mattina molte persone hanno espresso il loro disappunto su questa vicenda, a Roma. Qualcuno dice: «Ogni mese spendevo almeno 150 euro per le medicine, ora ci penserò dieci volte prima di andare in farmacia». Anni fa questa donna lavorava come psicologa e come mediatrice culturale. «Ho mandato in giro il cv – prosegue – ma richiedono tutti ragazze giovani». «Sono ricca di malattie, avevo chiesto il sussidio ma non mi è mai arrivato, lo hanno tolto prima», racconta un’altra manifestante. «Non è vero che non vogliamo lavorare, ma abbiamo bisogno di un aiuto», spiega. La manifestazione che si è svolta davanti alla sede dell’ Inps è stata organizzata dalla coalizione «Ci vuole un reddito». «Pur sapendo che aveva una serie di criticità, abbiamo sempre detto che non bisognava lasciare queste persone senza sostegno. E oggi, infatti, non lo avranno. Le poche misure che esistono sono elemosina», così Carlo Testini dell’Arci che aderisce alla campagna. «Il governo ha precarizzato il lavoro ancora di più. Centinaia di migliaia di persone avranno un lavoro ancora più povero – prosegue – Questa situazione metterà in difficoltà anche i comuni. Non sappiamo come potranno rispondere all’emergenza di povertà senza risorse».

Nel frattempo il ministro dell’Interno Piantedosi ha detto: «Il Governo non è privo di attenzione rispetto a quelle che saranno le ricadute nella sospensione dell’erogazione. Quindi ci ripromettiamo anche da quel punto di vista di monitorare la situazione e vedere tra qualche tempo che effetto avrà avuto». Così, intervenendo ad un punto stampa in Prefettura a Modena, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha replicato a chi gli chiedeva se vi fossero timori, in ambito di ordine pubblico a seguito della revoca del reddito di cittadinanza a tante famiglie italiane. «Credo che il primo giorno di paventate turbolenze da questo punto di vista sia stato molto eloquente – ha aggiunto – e credo sia responsabilità di tutti non soffiare sul fuoco».

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