Marco Travaglio si è messo a nudo durante l'ultima puntata di Tango da Luisella Costamagna. Ecco cosa ha raccontato.
Marco Travaglio si è messo a nudo durante l’ultima puntata di Tango da Luisella Costamagna. Ecco cosa ha raccontato. “Io ho iniziato in una scuola cattolica, diciamo. Forse il fatto che già all’epoca volevo fare il giornalista e scrivevo degli articoli che leggevo solo io, ovviamente me li scrivevo, me li rileggevo, me la suonavo e me la cantavo. Per il resto devo ai salesiani di avermi insegnato un sacco di cose, perché diciamo che per quanto strano possa sembrare, era un liceo gestito da religiosi, da sacerdoti, ma era molto laico come spirito. Lo spirito di Don bosco era prima buoni cittadini e quindi poi anche buoni cristiani, non viceversa”.
Costamagna gli dice: Tu ti sei sempre definito un liberale che guardava a Chirac, alla Thatcher, a Reagan: come si concilia questo col fatto che oggi il tuo giornale sia uno dei punti di riferimento a sinistra?” Travaglio replica: “È cambiato tutto, è cambiata la politica. La destra liberale non esiste più, basta vedere chi abbiamo al governo che di liberale non ha proprio niente, come non aveva niente la destra di Berlusconi, ma io ero fieramente anticomunista quando c’era il comunismo, quando è caduto il muro di Berlino per me il comunismo è diventato un relitto del passato. Ma oggi la distinzione degli elettori non è più tra destra e sinistra, è tra vecchio e nuovo, tra potenti e dimenticati, i centri e le periferie. Questo è quello che distingue gli elettori, quelli sono valori che stanno ancora nel cuore delle persone, ma che non si vedono più nei partiti, nell’etichetta politica” spiega il direttore del Fatto.
Il ricordo di Indro Montanelli
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Poi un passaggio sulla sua gavetta giornalistica con Indro Montanelli. “Poi arriva il giornale di Montanelli, ero piuttosto pretenzioso, tutti mi prendevano in giro perché mi dicevano ‘già è difficile fare il giornalista, figuriamoci poi se riuscirai proprio ad arrivare a Montanelli’. E invece insistendo riuscii ad avere un appuntamento con lui, a farmi prendere prima come collaboratore, vice corrispondente dal Piemonte, e poi a farmi assumere sia al giornale, sia poi quando ce ne andammo dal giornale per l’ingresso in politica di Berlusconi. Per me Montanelli è maestro per le cose che scriveva, per le cose che gli sentivo dire direttamente o indirettamente, ma non è che si sia mai messo lì a spiegarmi come fare, quindi direi modello. Non so quanti ne esistano di Montanelli, questo ci tengo a precisarlo. Chiunque l’abbia conosciuto bene sa benissimo che era una perla rara, era un unicum, non credo esisterà mai un altro Montanelli” ha detto Travaglio in diretta.