Ecco la reazione di Marco Travaglio alla vittoria di Alessandra Todde in Sardegna, il suo intervento in diretta da Lilli Gruber.
Travaglio è stato ospite da Gruber a Otto e mezzo e ha commentato la vittoria di Todde in Sardegna. “Alessandra Todde non ha sconfitto Meloni, ma i suoi competitor che erano in campo avverso Truzzu e nel suo campo un sostenitore di Elly Schlein alle primarie, cioè Soru, che ha fregato quasi 9 punti al centrosinistra. Quindi, il miracolo è stato doppio, anche perché la Sardegna dai famosi aruspici era stata data come assegnata sicuramente alla destra”. Poi il direttore del Fatto ha aggiunto: “Ma c’è anche un fattore psicologico, perché la Meloni si aspettava una strada lastricata di successi e una specie di marcia trionfale fino alle elezioni europee. Ma questo voto, anche se regionale, è un bell’intoppo e un bell’ostacolo anche perché rischia un effetto domino sulle elezioni regionali in Abruzzo che si terranno a marzo”.
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Travaglio spiega: “Se la gente detesta il governo Meloni, allora potrà usare le elezioni regionali per mandare un segnale a livello nazionale. È chiaro che quando vinci o perdi per 2mila o 3mila voti, tutti i fattori sono determinanti, come le manganellate a Pisa o la posizione di tutti, centrodestra e centrosinistra, sulla guerra in Ucraina. C’è quel pazzo scatenato di Macron, ad esempio, che vuole mandare addirittura truppe europee in Ucraina”.
Circa l’alleanza Pd-M5S il direttore del Fatto dice: “Ha senso solo se c’è un profondo rinnovamento delle classi dirigenti, che il Pd fa più fatica a compiere perché tra gli autori delle sue regole non ha avuto la fortuna di avere Gianroberto Casaleggio, che ha lasciato l’eredità dei 2 mandati. Una regola – spiega – da tutti snobbata e irrisa, ma che in realtà è fondamentale perché consente un rinnovamento della classe dirigente. Nel Pd Elly schlein ha avuto il coraggio di dire no al terzo mandato e tre quarti del partito le si sono rivoltati contro perché c’è gente che ne vorrebbe fare 80 di mandati”.
E conclude: “Io credo che non sia automatico quello che è successo in Sardegna ma che quell’alleanza abbia senso solo se c’è uno sforzo congiunto di rinnovamento”.