Travaglio fa nero Grillo – Estinzione M5S? Ecco perché ha ragione Conte – IL SUPER VIDEO

Nella puntata di Accordi&Disaccordi trasmessa su Nove, Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, ha espresso un’opinione netta sulle recenti polemiche interne al Movimento 5 Stelle (M5S) e sul ruolo di Beppe Grillo. Al centro del dibattito vi è l’ipotesi avanzata dal fondatore del M5S di decretare la fine del movimento stesso. Tuttavia, per Travaglio, questa decisione non spetta a Grillo, ma alla base del movimento, che ha ormai assunto una dimensione più democratica e partecipativa rispetto al passato.

Travaglio è intervenuto per sottolineare che “l’idea padronale” del M5S – quella in cui le scelte venivano decise dall’alto, in modo centralizzato da Grillo e dal cofondatore Gianroberto Casaleggio – non esiste più. Oggi, la direzione del movimento non è solo nelle mani di Grillo o dei suoi leader di spicco, ma è una questione che coinvolge la base, gli iscritti e persino i simpatizzanti non ufficialmente iscritti. Questo segna un’evoluzione significativa rispetto alla fase iniziale del M5S, che si configurava come un’entità più monolitica e sotto il diretto controllo dei suoi fondatori.

Il Ruolo di Conte e la Trasformazione del M5S

Travaglio ha difeso il ruolo di Giuseppe Conte nella recente storia del M5S, sostenendo che, se il movimento è rinato dopo il difficile periodo dell’alleanza con Mario Draghi, il merito è proprio dell’ex premier. Secondo il giornalista, Grillo ha portato il movimento a una situazione “suicida” durante il governo Draghi, una fase in cui il M5S sembrava aver perso la propria identità e la fiducia degli elettori, arrivando a sondaggi che oscillavano tra il 7 e l’8%. La guida di Conte ha rappresentato, secondo Travaglio, una svolta cruciale per il movimento: l’uscita dal governo Draghi ha permesso al M5S di riappropriarsi dei propri ideali, e di risalire rapidamente nei sondaggi, raggiungendo in alcuni casi il 15%. Anche l’ultimo sondaggio di Pagnoncelli conferma questa tendenza, con il M5S stimato al 13,9%, appena sotto il 15% ottenuto nelle ultime elezioni, un risultato che venne considerato un successo.

Secondo Travaglio, dunque, Conte ha saputo ridare una direzione al M5S, riuscendo a ricompattare la base e a riposizionare il movimento come forza politica indipendente, dopo una fase in cui sembrava semplicemente un “partito accessorio” nei governi di coalizione.

 

La Base come Artefice del Futuro del Movimento

Una parte cruciale dell’intervento di Travaglio è stata la critica alla visione che attribuirebbe a Grillo il diritto di decidere in modo arbitrario le sorti del movimento. Il giornalista ha sottolineato come oggi il M5S sia molto diverso dalla sua forma originaria: non è più un “partito personale” in cui il fondatore detiene un controllo assoluto. Questo concetto di “padronalità” appartiene al passato, e oggi è la base a decidere la direzione del movimento. Travaglio evidenzia che, nel caso in cui la base non fosse più soddisfatta della leadership di Conte, potrebbe persino chiedere un cambio ai vertici, il che dimostra la struttura partecipativa del movimento.
Oltre a ciò, Travaglio ha enfatizzato come il M5S stia andando verso una nuova fase, in cui il coinvolgimento della base e persino dei non iscritti nel processo decisionale rappresenta una delle innovazioni più significative. Questa partecipazione allargata è in linea con la natura del M5S, nato come una piattaforma di democrazia diretta e partecipativa, un ideale che oggi si cerca di preservare.

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Il Futuro del Movimento e l’Eredità di Grillo

L’intervento di Travaglio ha anche fatto luce sul futuro incerto del M5S. Se il movimento dovesse “evaporare”, come paventato da Grillo, secondo il giornalista, sarebbe una conseguenza delle scelte fatte proprio dal fondatore, che ha portato il M5S in direzioni spesso contraddittorie. Tuttavia, Travaglio rimane ottimista riguardo alla possibilità di un rilancio, grazie alla leadership di Conte e al coinvolgimento della base.

Il M5S, sebbene abbia subito trasformazioni significative, rimane un’importante forza politica in Italia, con un consenso ancora forte. Travaglio sottolinea come la decisione finale sul futuro del M5S sarà presa dagli iscritti, dai simpatizzanti e dagli elettori, e non da un “padronale” con potere assoluto. E se gli elettori decideranno di continuare a votare il movimento, Grillo non potrà fare altro che prenderne atto.

In conclusione, per Travaglio il futuro del M5S è nelle mani della base e del consenso che saprà mantenere presso gli elettori. Questo rende impossibile un ritorno alla gestione monocratica del passato e segna l’avvento di una nuova fase, in cui la partecipazione e la democrazia interna rappresentano i valori centrali.

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