Marco Travaglio, in collegamento da Lilli Gruber a Otto e mezzo, ha detto che votare Schlein o Meloni è la stessa cosa.
Marco Travaglio, in collegamento da Lilli Gruber a Otto e mezzo, ha detto che votare Schlein o Meloni è la stessa cosa. Durante la puntata ha poi espresso forti critiche nei confronti del presidente francese Emmanuel Macron. Rispondendo a una domanda della conduttrice Lilli Gruber, Travaglio ha definito Macron “l’incarnazione del problema e della malattia dell’Europa”, sostenendo che non può essere lui la soluzione, dato il suo atteggiamento favorevole all’invio di truppe NATO in Ucraina e la sua mancanza di visione per un’Unione Europea autonoma, che resta invece subordinata alla NATO. Travaglio ha poi criticato il panorama politico italiano, sottolineando come tutti i partiti si definiscano sovranisti a modo loro. Ha accusato Macron di essere il “più grande sovranista d’Europa” e uno dei principali ostacoli all’integrazione europea, evidenziando il tentativo del presidente francese di imporre il suo “ombrello atomico” in previsione di una possibile guerra mondiale. Ha inoltre denunciato la difficoltà dell’Europa di uscire da quello che definisce un “loop” in cui è entrata per “salvare la faccia” dopo aver perso la guerra in Ucraina senza aver avuto alcun peso nelle decisioni.
Meloni e Schlein? La stessa cosa
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Travaglio ha inoltre posto l’accento sulle similitudini tra i partiti italiani, mettendo in luce che, nonostante le differenze ideologiche, Giorgia Meloni ed Elly Schlein condividono le stesse posizioni su temi cruciali come l’austerità e la guerra. Entrambe hanno votato allo stesso modo sul Patto di Stabilità e sulle politiche di riarmo, compreso l’uso dei fondi del PNRR per l’acquisto di armi, contribuendo all’impoverimento dell’Europa e al suo spostamento a destra. Concludendo il suo intervento, Travaglio ha affermato che l’Europa si trova in una “gabbia mentale” che la vede destinata a diventare “la 51ma stella degli USA”, un impero che ormai sta declinando. Secondo lui, gli europei dovrebbero iniziare a immaginare un futuro in cui l’UE diventi uno dei poli del nuovo ordine mondiale, anziché restare l’ultimo dei rimorchi di un’America non più dominante.