Durante la puntata di Otto e mezzo, Marco Travaglio ha ridicolizzato Calenda, che era in studio da Lilli Gruber. E sulla giustizia...
Durante la puntata di Otto e mezzo, Marco Travaglio ha ridicolizzato Calenda, che era in studio da Lilli Gruber. In sostanza Travaglio ha detto che “Calenda è la seconda volta che lo fa! Diceva di non volersi candidare come sindaco Roma e e poi si è candidato!” In effetti, il leader di Azione non è stato molto coerente in vista di questo importante impegno elettorale per le europee.
"Dispiace che non ci siano Gelli, Berlusconi e Craxi"
Parte NOVA, arriva un gruppetto di contestatori, ma Conte gli risponde così… – INEDITO
La due giorni conclusiva dell’Assemblea Costituente del Movimento 5 Stelle, denominata “Nova”, si è aperta oggi, 23 novembre, al Palazzo
“Oggi è una giornata storica. Dispiace che non ci siano qui con noi Licio Gelli, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi a festeggiare, perché ha ragione Tajani: si avvera un sogno di Berlusconi e di tutti i piduisti come lui”. Con queste parole, Marco Travaglio, direttore del Fatto Quotidiano, ha commentato a “Otto e mezzo” su La7 l’approvazione da parte del Consiglio dei ministri della riforma Nordio della giustizia, che introduce la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri.
Travaglio ha criticato l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) per aver definito la riforma come una misura punitiva contro la magistratura. “Sbaglia l’ANM a dire che questa è una riforma punitiva della magistratura”, ha affermato Travaglio. “Perché ai magistrati non toglierà assolutamente niente, siamo noi cittadini che saremo danneggiati da questa schifezza”. Secondo il direttore del Fatto Quotidiano, finché i pubblici ministeri rimangono nella carriera giudiziaria e nella cultura della giurisdizione, condividono con i giudici l’obiettivo di accertare la verità, non di ottenere il maggior numero di condanne possibile. Tuttavia, con la separazione delle carriere, i pm si allontanerebbero da questa cultura giurisdizionale per entrare in una cultura poliziesca, diventando di fatto “avvocati della Polizia”. Questo cambiamento comprometterebbe la loro imparzialità, portandoli a cercare più condanne invece di perseguire la verità.