L’editoriale di Marco Travaglio del 21 settembre 2024, intitolato “Il Codice da Toti”, rappresenta una critica pungente e ironica nei confronti di Giovanni Toti, in relazione ai recenti sviluppi giudiziari che lo vedono coinvolto. Travaglio, con il suo tipico stile tagliente e satirico, mette in discussione le affermazioni di Toti riguardo al patteggiamento, evidenziando come quest’ultimo abbia cercato di minimizzare il significato di tale procedura.
L’articolo inizia con Travaglio che riporta una dichiarazione di Toti, rilasciata durante un’intervista televisiva, in cui l’ex governatore ligure afferma che “un patteggiamento non è un’ammissione di colpa”. Travaglio, però, smonta subito questa tesi citando il sito del Ministero della Giustizia, che chiarisce come il patteggiamento implichi un’ammissione implicita di colpevolezza. Inoltre, riporta un estratto della Corte di Cassazione che conferma questa interpretazione, sottolineando che chi patteggia accetta implicitamente i fatti contestati.
Il giornalista prosegue poi evidenziando le contraddizioni di Toti, il quale, nonostante sostenga di non aver mai preso un euro, ha comunque chiesto una pena detentiva senza andare a processo. Questo, secondo Travaglio, sarebbe indicativo del fatto che Toti non sia stato in grado di comprendere appieno le accuse contro di lui, come già suggerito dal Tribunale del Riesame di Genova.
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Travaglio non risparmia neanche ironia e sarcasmo, ricordando come Toti abbia “confuso” le erogazioni liberali con le mazzette ricevute in cambio di concessioni e appalti. E conclude sottolineando come Toti abbia patteggiato ben due volte, entrambe per corruzione, in due casi distinti, dimettendosi infine dai suoi incarichi.
Infine, l’articolo termina con un confronto tra Toti e Matteo Salvini, iln quale, durante il Salone Nautico di Genova, aveva dichiarato di non avere nulla di cui patteggiare, concludendo ironicamente che “non è mica un delinquente… Mica è Toti”.
Questo editoriale rappresenta l’ennesima dimostrazione del modo in cui Travaglio riesce a combinare informazione e critica pungente, creando un ritratto sarcastico ma incisivo dei protagonisti della politica italiana.