In questi giorni si sta tenendo a Torino il consueto Salone del Libro. Ebbene, fra i personaggi pubblici che sono stati ospiti della rassegna c’è stato anche Pasquale Tridico, ormai quasi ex presidente dell’Inps dato che il governo lo ha rimosso dal suo incarico all’improvviso così come ha fatto con il presidente di Inail Franco Bettoni. Intervistato al Salone del Libro, Tridico ha parlato del tema delle pensioni e in particolare ci è andato giù duro sulle baby pensioni. Ecco cosa ha detto.
«Con quanti soldi e quando andrò in pensione?». È la domanda che ai giardinetti sotto casa o prima di prendere l’ascensore fanno tutti a Pasquale Tridico, presidente Inps fino al commissariamento della prossima settimana. «Tuttavia dovremmo preoccuparci non della pensione ma del lavoro» anticipa Tridico, sul palco Cairo Solferino con il direttore Carmine Festa del Corriere Torino. «Noi oggi paghiamo la pensione ai nati del 1960, quando all’anno c’erano 1 milione e 100 di nascite – continua Tridico -. Oggi entrano nel mondo del lavoro i nuovi ventenni, nati nel 2000 per una media di 500mila l’anno. Viene da chiedersi chi pagherà. I paesi ricchi hanno un grande numero di immigrati. Un esempio? Il settore agricolo si sta spopolando, chi è che occupa questi posti di lavoro? Non certo gli italiani, quando lo fanno vanno addirittura in tv. Gli immigrati oggi prendono 1 miliardo di pensione, 3 miliardi per prestazioni e producono 11 miliardi l’anno al nostro paese».
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Il dibattito non può escludere le considerazioni politiche sul reddito di cittadinanza. «Tutti i paesi europei hanno un reddito minimo. Da noi era un contrasto alla povertà, fornendo nuovi canali di inserimento lavorativo. È questa la parte che non ha funzionato – spiega il presidente -. Ma possono esserci dei miglioramenti: pensiamo quando è arrivato il sistema di invalidità civile. Tutti parlavano dei furbetti, ma mica è stato abolito. Dai nostri database risulta che il 25% ha avuto al massimo 9 settimane di lavoro fino al 2019. Facciamo dei confronti: i baby pensionati percepiscono dal 1992 un totale che sfiora i 3 miliardi l’anno. Oggi hanno appena raggiunto i 70anni. I redditi sono 500 euro da 8 miliardi l’anno. Si tratta di poveri non solo economici, ma che vivono un disagio umano. Saremmo ipocriti a non aiutarli».
E sul commissariamento dell’Inps dice: «Un’azione del Governo assolutamente non giustificata, che dovrebbe essere fatta di fronte a criminalità, inflitrazioni mafiose. L’Istituto non lo merita – conclude Tridico -. Ricordiamo cosa ha fatto in pandemia: ha sostenuto 5 milioni di partite iva, 1 milione a sostegno di chi era in quarantena e 60 miliardi di uscire per 16 milioni di utenze di tutti i tipi, oltre alle prestazioni ordinarie. Io ritornerò a insegnare. Ma l’Istituto non merita questo trattamento».
Ma è sulle cosiddette baby pensioni che Tridico ci va giù duro: “Le baby pensioni? Uno scandalo che pagheremo fino al 2050” ha detto Tridico rispondendo al direttore de La Stampa. Ecco il video della sua intervista: