Durante un evento organizzato dal Movimento 5 Stelle a Bruxelles su “Il salario minimo in Europa e in Italia” c’erano anche gli economisti Pasquale Tridico e Stefano Fassina, (rispettivamente presidente dell’Inps e parlamentare di Leu), l’europarlamentare tedesco del Ppe Dennis Radtke, i deputati del M5S Davide Aiello e Sabrina Pignedoli e molti altri. Oggi il Fatto Quotidiano riporta un’interessante proposta dell’ex presidente dell’Inps.
Tridico, durante un ragionamento mirato alla costruzione di un welfare europeo, ha rilanciato la proposta di un Reddito di cittadinanza europeo da finanziare attraverso il bilancio Ue. Nel dibattito italiano l’idea si presta certamente a essere sbeffeggiata visto che attorno alla demolizione del reddito di cittadinanza introdotto dal primo governo Conte si sono saldate le destre attualmente al governo ma anche un ampio fronte liberal-progressista che si era fortemente riconosciuto nel governo Draghi. Tridico però non ha dubbi: “Bisogna costruire un reddito di cittadinanza europeo per costituire il germe di quello che sarà il welfare europeo”, “un reddito che funga come elemento di stabilizzazione dagli shock asimmetrici eventuali” cioè da improvvisi periodi di crisi sociali ben rappresentati del resto da quel che è avvenuto durante la pandemia da Covd 19.
“Il meccanismo di reddito minimo dovrà essere finanziato dal budget centrale, così come è stato Sure, un meccanismo non permanente di finanziamento comune”. Tridico si riferisce al Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency, il cui acronimo in inglese significa “sicuro” attivato dalla Commissione europea per proteggere dai rischi di disoccupazione dopo la pandemia e finanziato con circa 100 miliardi. L’Italia richiese 21 miliardi sotto forma di prestiti a condizioni favorevoli. Soglia e importo di tale assegno dovrebbero essere tarati sulle soglie di povertà stabiliti da ciascun paese: “Quando è stato introdotto il reddito di cittadinanza molti hanno detto che avrebbe fatto aumentare il mercato del lavoro nero e invece da quando è stato introdotto l’evasione fiscale è scesa da 130 miliardi a 100 e il lavoro nero da 3,5 milioni di lavoratori a 3 milioni. Non sto dicendo che il reddito di cittadinanza ha ridotto il lavoro nero ma possiamo dire con certezza che non l’ha fatto aumentare”.
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Sul tema del salario minimo si è invece espresso il deputato del Partito popolare, il tedesco Dennis Radtke, compagno di partito del nostro Antonio Tajani, ma secondo cui il “salario minimo non ha colore politico”, rivendicando la proposta avanzata dalla Commissione di Ursula von der Leyen anche lei del Ppe. Radtke ha collegato l’idea di una soglia salariale anche per combattere i contratti pirati molto diffusi in Germania e che sono stati fatti saltare proprio dal salario minimo. “L’Italia rimane un’anomalia sul salario minimo” ha aggiunto Fassina sottolineando che l’approvazione della proposta di legge dell’opposizione “sarebbe di fatto Il ricevimento della direttiva europea”. “9 euro lordi l’ora – ha detto – è soltanto la prima trincea da conquistare. Poi si deve intervenire sul dumping salariale e fiscale spinto dal mercato unico europeo”.
“È questa la strada giusta: l’Italia deve applicare alla lettera e senza perdere tempo la direttiva europea” sostiene Sabrina Pignedoli parlamentare europea 5 Stelle che ha ricordato come in Germania il salario minimo sia stato introdotto nel 2015 dal governo di Angela Merkel: “Non è vero dunque che questa è una proposta di parte. La destra vuole politicizzare questo tema perché non ha una proposta alternativa, ma il salario minimo è semplicemente una misura giusta che difende i diritti dei lavoratori e fa bene all’economia”. Pignedoli ha poi ricordato sia la raccolta di firme promossa dalle opposizioni sulla proposta di legge unitaria sia quella promossa sulla piattaforma ‘Io scelgo”, promossa dalla società Seif Spa che edita Il Fatto Quotidiano.