Trump Come Mediatore in Ucraina? L’Analisi di Moni Ovadia a La7 Sconvolge la Sinistra – VIDEO

La sinistra dovrebbe “chiudere baracca e burattini e andare in pensione”, sostiene Ovadia


L’artista e intellettuale Moni Ovadia ha acceso un acceso dibattito in Italia dopo le sue dichiarazioni al programma Coffee Break su La7, commentando la recente vittoria di Donald Trump nelle elezioni presidenziali americane. Durante l’intervento, Ovadia ha sollevato questioni cruciali sulla politica internazionale e sul ruolo della sinistra in Italia e in Europa, proponendo una riflessione critica e senza filtri.

Secondo Ovadia, Trump potrebbe aprire la strada per una trattativa tra Russia e Ucraina, una prospettiva che appare tanto controversa quanto audace. “Ci sono delle buone possibilità che Trump possa mettere allo stesso tavolo Putin e Zelensky,” ha dichiarato l’artista, sostenendo che l’ex presidente si sia dimostrato seriamente interessato a raggiungere un accordo diplomatico. Per Ovadia, ciò rappresenta una via praticabile per porre fine al conflitto, una guerra che molti analisti ritengono ormai persa per l’Ucraina, tra cui il generale italiano Fabio Mini.

Il discorso di Ovadia evidenzia come, a suo parere, “la stampa mainstream abbia fallito in ogni previsione,” sottolineando la frustrazione per una narrativa dominante che continua a favorire un supporto militare all’Ucraina. Secondo Ovadia, questa politica rischia di inasprire il conflitto con la Russia, una delle più grandi potenze nucleari del mondo, con conseguenze potenzialmente disastrose.

“La Sinistra Ha Perso la Sua Missione”

Ovadia ha anche elogiato l’intervento della giornalista Tiziana Ferrario, che ha ricordato il trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces) del 1987, firmato da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov. Questo storico accordo aveva segnato un passo cruciale per la riduzione della tensione nucleare, garantendo una tregua tra le due superpotenze. Secondo Ovadia, Reagan, pur appartenendo alla destra, dimostrò una “grande capacità di capire il mondo” e adottò misure per la diplomazia e il disarmo – un’epoca che sembra ormai lontana. L’artista ha colto l’occasione per criticare la sinistra contemporanea, accusandola di non avere un ruolo attivo in questo ambito e proponendo che “chiuda baracca e burattini e vada in pensione” se non intende farsi carico di questioni cruciali come la pace e la diplomazia.

L’Accusa a Meloni e l’Europa in Stallo

Nel corso della trasmissione, Ovadia ha anche preso posizione contro l’opinione del giornalista americano Alan Friedman, secondo cui molti leader europei, inclusa la premier Giorgia Meloni, si opporrebbero a una trattativa con la Russia. Ovadia ha contestato tale affermazione, ricordando che Meloni in passato esprimeva ammirazione per Putin, in linea con altri politici italiani come Matteo Salvini. “Di cosa stiamo parlando?” ha affermato Ovadia con tono polemico, sottolineando un apparente cambio di rotta nella narrativa della destra italiana.

La critica di Ovadia si estende anche all’Unione Europea, che egli considera passiva e inefficace nel trovare una soluzione al conflitto. “Questa guerra deve finire, altrimenti diventa una terza guerra mondiale in Europa,” ha avvertito, denunciando l’assenza di una leadership europea capace di intervenire diplomaticamente per scongiurare l’escalation.

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Ovadia e la Sinistra: Tra Autocritica e Provocazione

Le affermazioni di Ovadia riflettono una visione disincantata della sinistra, che considera incapace di affrontare i temi centrali della politica internazionale. La sua richiesta di un rinnovamento, o addirittura di un “pensionamento” della sinistra, ha generato ampio dibattito tra analisti e politici. Questa critica è forse un invito a riflettere su un sistema politico che sembra aver smarrito la propria missione originale.

Moni Ovadia, con il suo stile provocatorio e incisivo, ha portato alla ribalta una serie di questioni che in molti ritengono cruciali per il futuro dell’Europa e della politica mondiale. La sua visione di un possibile dialogo tra Trump e Putin apre una prospettiva inaspettata e controversa, ma pone anche l’accento su una questione fondamentale: quale ruolo deve avere l’Europa e, in particolare, la sinistra, di fronte a crisi globali sempre più complesse?

In definitiva, le parole di Moni Ovadia rappresentano un segnale di allarme per la politica italiana ed europea, richiamando una riflessione su cosa significhi oggi essere attori rilevanti sulla scena internazionale e su quali valori guidare le proprie scelte per il futuro della pace mondiale.
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