È arrivata l’ufficialità che riguarda il costo “in soldoni” per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. La cifra è vicina ai quindici miliardi, euro in più, euro in meno. Che vanno a sostituire i dieci preventivati da Matteo Salvini.
In altre parole, il Ponte sullo Stretto di Messina costerà caro agli italiani. A sostenerlo non sono speculazioni politiche di parte o i detrattori dell’opera, ma il governo stesso, nel Documento di economia e finanza (DEF). In particolare, nel trafiletto che riguarda il budget, tenendo conto degli aggiornamenti necessari rispetto al progetto originale (che risale ormai a oltre dieci anni fa), sarà di 13,5 miliardi di euro, cui se ne dovranno aggiungere 1,1 per le opere complementari e le connessioni ferroviarie su entrambi i lati. Tra l’altro non esistono ad oggi coperture finanziarie in grado di realizzare il progetto.
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La domanda viene quindi spontanea: dove prenderà il governo le risorse per realizzare il fatidico Ponte sullo Stretto? Nel documento di Economia e Finanza si parla della possibilità di utilizzare i fondi europei per lo sviluppo e la coesione, che verranno inseriti nella prossima legge di bilancio, nonché dei finanziamenti da parte di Cassa depositi e prestiti e della Banca europea per gli investimenti.
Nel frattempo l’Unione Europea ha inserito il Ponte di Messina nella Rete transeuropea di trasporto Ten-t, dimostrando di non essere a priori contrari al progetto, ma di tenerlo in seria considerazione. Al collegamento tra Calabria e Sicilia, però, non potranno essere dedicati fondi del Pnrr, già diversamente destinati. Questo è ciò che risponde l’Europa. Li prenderanno dalle tasche degli italiani questi soldi? Ai posteri l’ardua sentenza.