ULTIM’ORA – Caso Todde, i Legali Contestano la Procedura di Decadenza. Parla l’avvocato – INEDITO

La posizione della difesa

– La vicenda che coinvolge Alessandra Todde, presidente della Regione Sardegna eletta il 25 febbraio 2024, è al centro di un acceso dibattito giuridico e politico. L’ordinanza del Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’Appello di Cagliari, che ha avviato la procedura di decadenza, è oggetto di approfondito esame da parte dei suoi legali, guidati dall’avvocato Stefano Ballero dello Studio Ballero di Cagliari.

Ballero ha dichiarato: “Siamo convinti della correttezza dell’operato della presidente. Non ci sono motivi sostanziali per il provvedimento di accertamento del presupposto dell’ineleggibilità. I casi di superamento delle spese elettorali previste e la mancata presentazione della rendicontazione non riguardano questa situazione”. La difesa ritiene che non ci siano i presupposti per la decadenza, basando le proprie argomentazioni sulla normativa vigente, che prevede questa misura solo in circostanze specifiche e non per presunte irregolarità formali.

La controversia sulla giurisdizione

Un punto cruciale è rappresentato dalla competenza giurisdizionale sulla questione. Secondo la difesa, l’atto del Collegio non sarebbe di natura giurisdizionale, ma amministrativa, e pertanto dovrebbe ricadere sotto la giurisdizione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) e non del tribunale civile. Tuttavia, un’eventuale decisione di decadenza da parte del Consiglio regionale, dopo il passaggio nella Giunta delle elezioni, dovrà essere impugnata davanti al TAR Sardegna.

Aggiunge il titolare dello studio Benedetto Ballero, dichiarando a Cagliari Today:

“Provvedimento forzato”

Per il legale il provvedimento “appare forzato e anche un’invasione del risultato elettorale, perché non si può determinare una decadenza per un brufolino, tra le altre cose contestano una fattura che è arrivata dopo, di 130 euro dell’Enel per un locale”. Sette i profili di irregolarità contestati, uno già chiarito con una memoria. “La cosa certa – aggiunge Ballero – è che per scelta prioritaria, la presidente non ha ricevuto un contributo né ha fatto alcuna spesa personalmente e quindi ovviamente non si possono contestare i mancati adempimenti che deve rispettare chi si occupa della campagna elettorale”.

 

Le accuse e la linea difensiva

Tra le contestazioni principali mosse a Todde, figura la mancata nomina del mandatario elettorale, figura incaricata di gestire la raccolta e l’asseverazione delle spese elettorali. La presidente non avrebbe designato questa figura poiché, secondo la linea difensiva, non avrebbe direttamente effettuato spese o raccolto fondi. L’organizzazione della campagna elettorale sarebbe stata gestita da un team della coalizione che la sosteneva, il “Campo largo”, il quale avrebbe operato a beneficio non solo della presidente, ma anche dei candidati nelle liste.

“Confidiamo che, nel merito, emerga l’inconsistenza delle accuse – ha aggiunto Ballero –. La norma è chiara: la decadenza può essere applicata solo in casi ben definiti. Non ci troviamo davanti a violazioni gravi, ma a questioni formali che, a nostro avviso, non giustificano una misura così drastica”.

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Prossimi passi

I legali della presidente stanno ora esaminando le possibili strategie per contestare il provvedimento. Tra queste, l’individuazione del giudice competente e l’approfondimento delle questioni procedurali e sostanziali. È probabile che il ricorso venga presentato nelle prossime settimane, una volta conclusa l’analisi delle motivazioni e dei documenti alla base dell’ordinanza del Collegio regionale.

Un caso politico e giuridico

Il caso Todde non si limita alla sfera giuridica, ma ha già innescato un acceso dibattito politico in Sardegna. La vicenda mette in luce le complessità delle normative elettorali e la delicatezza dell’equilibrio tra il rispetto delle regole formali e la tutela della volontà popolare espressa nelle urne.

Con l’evolversi della situazione, la Sardegna attende con attenzione gli sviluppi di un caso che potrebbe costituire un precedente significativo nel panorama politico e istituzionale italiano.

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