ULTIM’ORA – Consulta affonda il Governo e Smonta Autonomia. “È anti…” Scoppia il caos, mentre Conte reagisce così…

La Corte Costituzionale boccia diverse disposizioni della Legge Calderoli sull’autonomia differenziata: un passo verso l’unità e la solidarietà sociale, un colpo per le ambizioni autonomistiche di Salvini e Meloni.

Roma, 14 novembre – La Corte Costituzionale italiana ha emesso una sentenza che scardina alcuni pilastri della legge sull’autonomia differenziata, una legge sostenuta con forza dal governo attuale e promossa da figure politiche di rilievo come Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La decisione della Consulta, accolta con favore da esponenti come Angelo Bonelli, portavoce di Europa Verde, ribadisce l’importanza di preservare l’unità e la coesione sociale del Paese contro le spinte regionalistiche che, secondo i giudici, rischiano di indebolire il sistema pubblico in settori cruciali come sanità, scuola ed energia.

Bonelli: “Una Legge Frutto del Mercimonio Politico”

Angelo Bonelli ha dichiarato: “La sentenza è la demolizione della Legge Calderoli, uno scambio di favori tra Meloni e Salvini che mira a ridisegnare l’Italia a vantaggio delle regioni più forti, sacrificando i principi di uguaglianza e solidarietà”. Bonelli ha sottolineato che il tentativo di legittimare norme autonome potrebbe portare a un Paese diviso e a forti disuguaglianze sociali. La battaglia contro questa legge, infatti, era stata avviata da diverse regioni italiane – Puglia, Toscana, Sardegna e Campania – che hanno presentato ricorsi alla Consulta, vedendo riconosciute le loro preoccupazioni sui rischi costituzionali legati alla riforma.

La Consulta: Facoltatività del Concorso alle Spese Pubbliche è Incostituzionale

Uno dei punti più critici rilevati dalla Consulta riguarda la facoltatività, piuttosto che la doverosità, del concorso delle regioni autonome agli obiettivi di finanza pubblica. La Corte ha infatti stabilito che questa disposizione, che permetterebbe alle regioni di evitare il sostegno finanziario a beneficio delle regioni più svantaggiate, comprometterebbe i vincoli di solidarietà e unità della Repubblica. Questo principio – ha affermato la Consulta – è alla base della Costituzione italiana e mira a mantenere uno Stato che garantisca equità e assistenza a tutti i cittadini, indipendentemente dalla regione di residenza.

Criticità nell’Estensione alle Regioni a Statuto Speciale

La legge Calderoli prevedeva l’estensione di alcune prerogative di autonomia anche alle regioni a statuto speciale, come Sicilia e Sardegna, ma la Consulta ha dichiarato incostituzionale tale misura. La Costituzione italiana prevede infatti che le regioni a statuto speciale possano ottenere forme di autonomia specifiche seguendo le procedure stabilite dai rispettivi statuti. Questa disposizione intende proteggere la particolarità di tali territori, evitando che l’autonomia differenziata si applichi a queste regioni in modo generalizzato e in contrasto con le norme costituzionali.

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Un altro elemento contestato dalla Consulta è stato l’utilizzo della spesa storica come criterio per il finanziamento delle funzioni trasferite alle regioni. La Corte ha ritenuto che il sistema debba invece basarsi su costi e fabbisogni standard, per evitare disparità tra regioni più e meno sviluppate. Questo criterio è particolarmente importante in quanto permette di assegnare fondi in base alle esigenze effettive, non basandosi sui livelli di spesa passata, che spesso favoriscono le regioni più ricche.

La Determinazione dei LEP Spetta al Parlamento

La previsione che i Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) possano essere aggiornati tramite decreto del Presidente del Consiglio dei ministri è stata ritenuta incostituzionale. La Corte ha stabilito che tale decisione non possa essere lasciata al solo esecutivo, ma debba essere gestita dal Parlamento. In questo modo, viene salvaguardato il ruolo centrale del Parlamento nella determinazione dei diritti civili e sociali, assicurando che i LEP, che garantiscono i servizi essenziali, siano stabiliti con criteri chiari e condivisi, senza concessioni unilaterali.

Salvaguardia del Principio di Sussidiarietà

La Corte Costituzionale ha ribadito che la distribuzione delle funzioni tra Stato e Regioni debba rispondere al bene comune e alla tutela dei diritti costituzionali, senza creare divisioni tra segmenti del sistema politico. Il principio di sussidiarietà, che regola il rapporto tra enti locali e Stato, deve essere alla base della riforma dell’autonomia, per garantire un’efficienza amministrativa che non metta a rischio la garanzia dei diritti costituzionali.

La Risposta del Governo e le Prospettive Future

Ora spetta al Parlamento italiano colmare i vuoti evidenziati dalla Consulta e ridefinire un quadro normativo che, pur consentendo forme di autonomia regionale, mantenga intatti i principi di unità e solidarietà della Repubblica. La Corte ha confermato il proprio ruolo di vigilanza, dichiarando che continuerà a vagliare la costituzionalità delle future leggi in materia di autonomia, nel caso in cui nuove disposizioni venissero contestate.

LA REAZIONE DI CONTE:
“UN IMPORTANTE STOP ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: L’ITALIA È UNA.

Abbiamo combattuto in Parlamento (prendendo anche pugni), nelle piazze a suon di firme, con la nostra Governatrice @alessandratoddem5s, che si è vista accogliere i motivi del ricorso. Oggi la Corte Costituzionale frena il progetto di autonomia con cui Meloni, Salvini e Tajani volevano fare a pezzi il tricolore e la nostra unità.

La Consulta ha bocciato la riforma in tanti punti cardine: nella determinazione dei Lep con Dpcm del governo esautorando il Parlamento, nella previsione di trasferire intere materie e non specifiche funzioni legislative, nei criteri di finanziamento delle funzioni trasferite, nella violazione dei vincoli di solidarietà nel concorrere agli obiettivi di finanza pubblica, nell’incapacità di distinguere Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale e in tante altre questioni che smantellano l’impianto complessivo e i più specifici pilastri del malsano progetto autonomistico perseguito dal governo.

L’Italia è una e solidale, la difenderemo sempre, con la massima determinazione. Con la più intensa passione. Se ne facciano una ragione.”

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