Ultim’ora, Conte dopo il giurì d’onore: ecco cosa ha detto ai giornalisti – VIDEO

Ecco cosa ha dichiarato Giuseppe Conte dopo l'audizione alla Camera per il giurì d'onore chiesto contro Meloni.

Il leader del M5S Giuseppe Conte è uscito dall’audizione del Giurì d’onore. Dove è stato ascoltato per circa un’ora e mezza, con una montagna di carte. E, secondo quanto si apprende, avrebbe presentato ai componenti alcune memorie. Il suo intento è dimostrare come, sia lui, in qualità di presidente del Consiglio, sia i ministri competenti, siano intervenuti almeno 40 volte in Parlamento per parlare di Mes e di Unione bancaria e monetaria. Rispondendo così alle accuse che gli erano state rivolte da Giorgia Meloni che aveva parlato di “Parlamento saltato”. E di “aver firmato il Mes con “il sangue degli italiani” e “con il favore delle tenebre”.

Le dichiarazioni ai giornalisti

Conte, da presidente del Consiglio, si apprende che avrebbe dimostrato, carte alla mano, di essere passato almeno 14 volte tra Camera e Senato. Tra comunicazioni e informative urgenti. Per parlare del Mes e del procedimento di rafforzamento dell’unione bancaria e monetaria. Ma a questo numero si dovrebbero aggiungere anche gli interventi in Parlamento dei ministri competenti. Giovanni Tria e Roberto Gualtieri, sempre sugli stessi temi. Sommando le due cose, il numero degli interventi e comunicazioni alle Camere su Mes e unione bancaria e monetaria da parte del governo, lieviterebbe a 30-40 volte. E in tutti questi passaggi alla Camera, Conte avrebbe rammentato, sempre secondo quanto affermano alcune fonti, che Meloni era presente come deputata.

La richiesta del giurì d’onore era arrivata dal presidente M5S lo scorso 18 dicembre. Per “ristabilire la verità dei fatti e ripristinare l’onore minato dal comportamento menzognero della presidente Meloni”. Che, era l’accusa di Conte, “ha scelto di mentire al Parlamento e a tutti i cittadini. Sostenendo che il mio governo aveva dato il via libera al Mes nel gennaio 2021, senza mandato parlamentare e con il favore delle tenebre. Lo avrebbe fatto quando ormai si era dimesso, con gli scatoloni pronti.

Meloni ha mentito consapevole di mentire, era deputata quando il 9 dicembre 2020 in Parlamento. Abbiamo tenuto un ampio dibattito sul Mes, certificato anche dagli atti”. “Al contrario di quello che ha affermato Meloni, il tutto è stato fatto alla luce del sole”. Nel dicembre 2020 “c’è stato un ampio dibattito e il pieno coinvolgimento del Parlamento”. Dunque dalla premier, accusa Conte, “un cumulo di falsità, che disonora la massima istituzione di governo”.

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